Come ce lo immagineremmo un crononauta? Con addosso un casco spaziale magari a bordo di una DeLorean, o con un camice, spalle all’inquadratura, mentre studia su diverse lavagne come attraversare il Ponte di Einstein-Rosen?
Qui in Italia c’è, invece, un crononauta, da intendersi come puro viaggiatore del tempo, che si camuffa tra noi comuni mortali vestendosi con la tuta di ordinanza, qualche polo per le occasioni più importanti. E lui sì che sa come attraversare i decenni. Imparando a vincere nello sport, o meglio vincendo perché continua sempre a imparare. Nella vita, oltre che nello sport.
Julio Velasco senza ombra di dubbio è tra le figure umane che più hanno contribuito a dare spessore alla storia sportiva italiana, lui che è argentino, nato a La Plata nel 1952. Per brevità riportiamo solo che è l’attuale commissario tecnico della Nazionale femminile di volley che domenica 7 settembre si è laureata campione del mondo per la seconda volta nella storia, a distanza di 23 anni dal primo successo. Un successo strepitoso che si aggiunge a due Nations League e uno storico oro olimpico a Parigi, il primo della storia della pallavolo italiana.
Julio Velasco è riuscito a riportare serenità in una squadra consapevole della forza tecnica, ma costellata da umana fragilità. All’ultimo time-out, contro la Turchia in finale, ha detto alle ragazze: «Decidete voi cosa fare ma fatelo convinte, come sapete fare». È il segno di chi crede, della fiducia che passa da coach alla squadra. È il gesto di chi, a distanza di decenni, e attraversando epoche differenti non si guarda indietro, continua a imparare, a riconoscere nella curiosità e nella conoscenza delle persone, la scintilla per essere vivi. Velasco il crononauta, padre della prima età dell’oro del volley italiano, ct della Nazionale maschile nel lontano 1989 e che ha portato gli azzurri a vincere Europei, World League e Mondiali, aprendo un ciclo a cui mancò solo l’oro olimpico, sfiorato alle Olimpiadi di Atlanta 1996. Quella era la generazione dei fenomeni, questa è la generazione delle invincibili.