Idee
Snocciolando i dati relativi al Veneto riportati nel Censimento permanente della popolazione dell’Istituto nazionale di statistica (Istat), pubblicati nell’aprile del 2025 ma concernenti il 2023, si riscontra un quadro fatto di luci e ombre.
In Veneto, come nel resto del Paese, si è raggiunto un nuovo record di denatalità: i nati nel 2023 sono 30.438 (meno 1.316 rispetto al 2022). A compensare in parte il saldo negativo sono intervenuti i flussi migratori. Per la terza età, secondo gli ultimi dati, nel 2023 la popolazione residente di età superiore ai 65 anni è di 1.168.563 persone, pari al 24,1 per cento del totale. Per Gianpiero Dalla Zuanna, professore di demografia nel Dipartimento di scienze statistiche all’Università di Padova, la situazione in Regione è chiara ed è simile alla media nazionale: «L’Italia, assieme al Giappone e alla Spagna, ha il record mondiale delle persone che arrivano a 40 e 50 anni senza figli; questo in prospettiva indebolisce il welfare familiare, dove i figli si occupano dei genitori anziani. Abbiamo un invecchiamento che è legato a quarant’anni di bassa natalità e a un continuo incremento della speranza di vita che è aumentata, sempre nello stesso arco di tempo, passando dai 75 anni agli 85 attuali».
Per ciò che concerne le famiglie venete, nel Censimento permanente del 2021, se ne contano 2.109.478, con un incremento del 6,2 per cento rispetto al 2011, mentre diminuisce il numero medio di componenti per famiglia, passando da 2,42 a 2,28. La tipologia familiare più frequente è quella unipersonale (il 34,5 per cento del totale), seguono le famiglie con due componenti (il 28,6 per cento). All’interno delle famiglie è possibile individuare i nuclei familiari: la tipologia prevalente è la coppia con figli (che rappresenta il 46,3 per cento), seguita dalla coppia senza figli (il 33,3) e dalle famiglie con un solo genitore.
Nel 2021 le madri sole con figli rappresentano il 15,5 per cento (nel 2011 erano l’11,7 per cento), i padri il 4,8 per cento (nel 2011 erano il 2,5). Rispetto al 2011 si registra un calo significativo delle coppie con figli, che passano dal 53,2 per cento al 46,3 per cento del 2021. «È interessante notare – sottolinea il prof. Dalla Zuanna – che dal punto di vista statistico risultano diverse donne sole con figli. In realtà spesso hanno un compagno che non convive con loro ma con cui condividono una forte solidarietà: fanno le spese insieme, si ritrovano nei fine settimana, vanno in vacanza. È un mondo “grigio” che non c’era prima e che è fuori dal modello classico di famiglia nucleare con figli».
Un fenomeno sociale tuttora ampiamente diffuso e determinante in Veneto e in generale in Italia, è il modello familiare chiamato “famiglia estesa modificata”: «Sono grandi grappoli di parenti che cercano di abitare vicini (e non più come in passato, sotto lo stesso tetto) – spiega lo studioso – caratterizzati da un forte senso di sostegno reciproco. Questo permette ai figli di sostenere i genitori anziani, senza che debbano essere spostati in strutture». Su questo aspetto è interessante notare che l’Italia ha tra gli ultrasettantenni, il 2 per cento in casa di riposo; in Danimarca siamo quasi al 10 per cento: «La classica abitazione veneta dove i genitori o il genitore abita in un piano, il figlio in un altro o nella casa a fianco o nei pressi, permette di aiutarsi. Questo determina il fatto che ci sono famiglie mononucleari finte: il dato che il 40 per cento degli anziani vive solo, non è del tutto vero. La vicinanza genitori-figli è parte di un welfare familiare molto diffuso, estremamente positivo che però in Italia ha frenato la diffusione di un tipo di assistenza agli anziani basato sulla residenza per persone non autosufficienti. In futuro difficilmente questo modello riuscirà a sopravvivere perché l’aumento delle persone senza figli lo metterà in forte crisi».
Per quanto concerne il welfare dei più piccoli il Veneto è caratterizzato dalla forte presenza del privato sociale: qui è il 60 per cento dei bambini che frequenta le scuole per l’infanzia parificate (mentre la media nazionale non arriva al 30 per cento); un’attività fatta dalle parrocchie.
Per sensibilizzare la classe politica e i candidati alle regionali del Veneto rispetto alle problematiche irrisolte e che tuttora attanagliano le famiglie, il Forum delle associazioni familiari della regione (che raduna quelle realtà che si riconoscono nella Dottrina sociale della Chiesa), ha steso nero su bianco un manifesto: «In questo scritto sono contenute delle proposte che abbiamo fatto conoscere alle segreterie dei partiti dei politici del Veneto – sostiene Marco Marseglia, presidente del Forum e legato all’associazione Papa Giovanni XXIII, anch’essa aderente al Forum delle associazioni familiari – Da questi contatti è nata l’esigenza di un convegno. La questione posta sul tavolo è come rilanciare le politiche per la famiglia, per sostenerla di più e meglio».
Il convegno dal titolo “Famiglie, il Veneto del futuro parte da qui” del 19 settembre ha visto a Vicenza la presenza delle associazioni familiari legate al Forum e alcuni esponenti politici. Tra i punti presenti nel manifesto ci sono: il sostegno alla natalità, il contrasto alle povertà, l’aiuto ai bambini e ai ragazzi nel periodo scolastico. Inoltre è chiesta più attenzione alle giovani coppie anche per la questione abitativa e la gestione degli anziani malati. «Desideriamo creare un terreno di confronto con chi si candiderà e chi verrà eletto in Regione – ammette Marco Marseglia – Quest’anno ricordiamo i cinque anni dalla legge sulle politiche familiari del 2020 fatta dalla regione Veneto. Attraverso il nostro manifesto vorremmo rilanciare le sue linee guida».
Secondo i dati Istat, in Veneto, la crescita del numero di famiglie interessa tutte le province, soprattutto Verona (più 8,4 per cento) e Padova (più 7,9), e in misura minore Belluno (più 0,7) e Rovigo (più 1,5). Nella Regione la tipologia familiare più frequente è quella delle famiglie unipersonali, mentre le famiglie più numerose, con almeno tre componenti, rappresentano il 36,9 per cento del totale. Tra le province venete, Treviso (2,36) ha il numero medio di componenti più alto e una percentuale significativa di famiglie con quattro e più componenti (20,8 per cento). Anche Vicenza ha una percentuale di famiglie con quattro e più componenti superiore a quella regionale, seguita da Verona e Padova. Viceversa, Belluno è caratterizzata dalla più bassa dimensione familiare media (2,10) e un’alta incidenza di famiglie
unipersonali (40,6 per cento).