Dal 10 settembre le scuole del Veneto hanno aperto le porte agli studenti, ma il nuovo anno scolastico preannuncia già un autunno caldo segnato dal malcontento e dalle perplessità non solo per le novità introdotte dal ministro dell’istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ma anche per i vecchi disagi che da sempre la scuola vive.
Primo fra tutti quello dei libri e materiali, il cosiddetto “caro scuola” che tanto grava sul bilancio delle famiglie italiane. Non si tratta ormai solo del cartaceo, ma anche di quegli strumenti necessari come calcolatrici scientifiche, tablet, tavolette grafiche e computer, che prevedono costi considerevoli. A ciò si aggiunge la riforma dell’esame di maturità per il 2026, con una riduzione della commissione da sette a cinque membri e l’orale solo su quattro materie. L’obiettivo dichiarato dal ministro è quello di valorizzare le competenze e l’autonomia personale, ma di fatto gli studenti percepiscono altro, soprattutto in merito alla decisione di bocciare chi si rifiuta di sostenere l’orale, dopo che alcuni candidati, a luglio, hanno messo in atto una protesta pacifica rifiutando di sostenere questa parte al loro esame per denunciare un sistema scolastico meritocratico inadeguato: «La risposta del ministro Valditara non è stata il dialogo ma una riforma punitiva – sostiene Viola Carollo, coordinatrice regionale della Rete degli Studenti medi del Veneto – Per l’ennesima volta il Governo dimostra non solo di non volere ascoltare le rivendicazioni di chi la scuola la vive ogni giorno, ma di voler soffocare ogni forma di resistenza con la minaccia».
Tuttavia non sono solo queste le ragioni che hanno portato gli studenti a far sentire la propria voce già dall’apertura dei cancelli scolastici: all’entrata di molti istituti padovani sono comparsi striscioni, volantini e cartelli, che all’insegna dello slogan “Bentornat*, è questa la scuola che vuoi?”, hanno invitato gli utenti alla riflessione. A Padova hanno già fatto sentire la loro voce al Tito Livio, al Nievo, al Curiel, al Modigliani, al Selvatico e al Valle, ma la mobilitazione si è attivata anche nelle altre città del Veneto. “Siamo il vento del cambiamento”, recitano i cartelli, e la metafora ricorre in modo frequente, richiamando ciò che non si può fermare. «Abbiamo scelto questa idea per ribadire l’importanza che storicamente hanno gli studenti nella trasformazione della realtà che li circonda – aggiunge Viola – e davanti alle scuole abbiamo portato tematiche diverse, dall’edilizia scolastica alla didattica e valutazione. Il sistema scolastico italiano presenta profonde criticità strutturali che ne compromettono la missione formativa, come un sistema numerico che etichetta invece di far crescere, o programmi didattici che faticano a fornire gli strumenti necessari per un’analisi critica della realtà, lasciando i giovani impreparati davanti agli scenari attuali».
«Siamo stanchi di un ambiente scolastico che non ci ascolta, anzi ci zittisce e ci costringe a essere spettatori passivi della nostra formazione» dichiara Leonardo Dal Brollo coordinatore della Rete degli Studenti medi di Padova, lamentando l’aumento di misure repressive, non ultima la circolare ministeriale sul divieto assoluto dell’utilizzo di cellulari e smartwatch. Ma davanti alle scuole si parla anche di edifici che cadono a pezzi, programmi obsoleti, e di un benessere psicologico sempre più in pericolo, non solo per il senso di competizione, bensì anche per quella escalation bellica che coinvolge i giovani in prima persona: «Ci vogliono persino pronti alla guerra» recita un comunicato di Unione degli studenti che annuncia, anche per questo motivo, uno sciopero studentesco generale per il 14 novembre prossimo.
Dopo l’apertura a giugno, sabato 20 settembre, dalle 10, viene inaugurato ufficialmente il parco comunale inclusivo Albero del Tesoro in via Siena al Basso Isonzo, novemila mq progettati per favorire gioco, relazioni e benessere di tutti. L’opera, coordinata scientificamente dalla Fondazione Robert Hollman con 17 enti e sostenuta dalla Fondazione Cariparo insieme a decine di realtà e cittadini, viene celebrata con una giornata di festa. Dopo i saluti istituzionali il programma prevede attività inclusive per bambini, laboratori, giochi accessibili, lancio di semi, aperitivo solidale preparato dalla cooperativa T-essere con prodotti donati da Despar e Coldiretti donne, esperienze sensoriali e lo spettacolo “L’uomo del Kamishibai” di Denis Varotto. La festa, dedicata in particolare a famiglie e bambini, si chiuderà alle 17.30. Info su parcoinclusivopadova.it