Si può parlare di agricoltura olistica, termine che deriva dalla parola greca “olos” e indica “totalità”, “interezza”? Chi coltiva ha imparato che per fare crescere bene una pianta è necessario tenere presente molti fattori. Tuttavia, le pratiche agricole convenzionali, basate su intense lavorazioni del suolo, per quanto capaci di raggiungere importanti obiettivi socioeconomici in termini di produzione di cibo hanno evidenziato l’effetto di una progressiva riduzione del contenuto di sostanza organica dei suoli, con conseguenze negative per la sostenibilità. Veneto agricoltura – agenzia regionale per l’innovazione nel settore primario – ha elaborato un “pacchetto”, proposto in un corso in avvio in questi giorni, costituito da pratiche agronomiche sostenibili in sinergia, indicato dall’acronimo Acfo, Agricoltura conservativa flessibile olistica.
«Da almeno vent’anni – spiega Lorenzo Furlan, direttore della Direzione innovazione e sperimentazione di Veneto agricoltura – stiamo sperimentando nelle nostre aziende come cambiare in modo sostenibile le pratiche agricole e siamo arrivati a definire un pacchetto di buone pratiche sperimentate che, in sinergia tra loro, sono in grado di fare questo, e sono applicabili tanto all’agricoltura convenzionale che a quella biologica. Punto focale è il contenuto di carbonio nel terreno, il parametro fondamentale per la sostenibilità agricola. Il primo obiettivo è arrestarne la perdita per poi perseguirne la ricrescita».
Alla base vi è l’agricoltura di precisione con dosaggio variabile, ovvero dare al sistema terreno-pianta ciò che gli serve in un dato momento. Il termine “conservativa” si riferisce ai tre pilastri della conservazione: rotazione, non inversione degli strati del terreno e copertura continua dello stesso per evitare l’erosione; “flessibile” indica che in agricoltura si deve essere pronti a intervenire con le soluzioni e i mezzi più adatti nelle diverse condizioni; “olistica” intende che, come la scienza ha ben evidenziato, per migliorare il terreno si devono mettere in atto più pratiche sinergiche nello stesso momento. Nello specifico, l’Acfo suggerisce la non aratura per non esporre il terreno all’aria e alla distruzione della sostanza organica, la difesa integrata avanzata, la copertura con i residui colturali non asportati e colture di copertura anche in funzione di disinfezione del terreno e di contrasto alle malerbe, l’agroforestazione e l’utilizzo di ammendanti organici. Il pacchetto è in grado anche di sostenere la vita e la produzione delle api, monitorate in continuo con arnie elettroniche nei siti sperimentali.
Secondo un’indagine del 2024 del Joint Research Centre, il 63 per cento dei suoli Ue è interessato da processi di degrado. Si stimano 70 milioni di tonnellate di carbonio organico perse dai suoli coltivati nell’Ue e nel Regno Unito tra 2009 e 2018.
Il costo della perdita di produttività dovuta al degrado dei terreni dell’Ue è stimato in ben 1,2 miliardi di euro all’anno.