Un vecchio saggio si è palesato negli scorsi mesi tra le sale della residenza Configliachi di Padova che accoglie alcune centinaia di persone anziane ed è impegnata in un processo di trasformazione dell’immagine delle case di riposo, da luoghi di sosta a spazi di valorizzazione del vissuto individuale.
Per fare ciò l’equipe ha dato vita al progetto “Trame di vita” che si appresta ora a entrare nella sua terza fase proiettandosi anche all’esterno, alla ricerca di un dialogo con la società. Importanti nell’ottica di questo slancio sono state le prime due tappe del percorso, una delle quali caratterizzata dall’affascinante presenza del saggio che ha ascoltato i ricordi degli ospiti promuovendone la condivisione verbale tra di loro: «Abbiamo pensato con questa iniziativa di uscire dalla dinamica uno a uno con lo specialista a favore di un’attività di gruppo con tutti coloro che avrebbero desiderato partecipare e sarebbero stati nelle condizioni di farlo – sottolinea la vicedirettrice del Configliachi Flavia Dalla Rosa – L’obiettivo è il recupero del dialogo comunitario e del vissuto dei nostri nonni, i cui pensieri verranno riportati nel libro della saggezza».
A calarsi nei panni del saggio – che poi si narra andrà a portare quanto sentito ai bambini del mondo – è stato lo psicologo Cristian Bisato che dai vari racconti ha estrapolato assieme alla collega Silvia Caicchiolo le cosiddette perle di saggezza: «Sono state individuate per le otto tematiche proposte le frasi “l’amore tiene unita la vita”, “la felicità nasce in casa”, “la pace è il respiro della vita”, “la felicità è nelle piccole cose”, “la vita ha senso se si dona”, “nessuna vita è inutile se ha lavorato con amore”, “sognare è vivere due volte” e “ricordare è restare vivi”. Per gli anziani, ripensare al passato è un modo per sentirsi ancora protagonisti e per dare significato alla loro vita proprio con la trasmissione del ricordo alle nuove generazioni, invitate a vivere intensamente quanto viene donato dalla vita». Accanto alla visita del saggio e nell’ottica di un coinvolgimento di un numero sempre maggiore di ospiti basato comunque sulle singole situazioni, riprende Dalla Rosa, è stato proposto anche un laboratorio di arteterapia per stimolare la trasformazione in immagine del proprio sentimento interiore e la creazione di lettere da indirizzare ai giovani.
I lavori di questi due laboratori confluiranno poi, assieme a quanto sarà prodotto in autunno, dapprima in un book personale dell’ospite realizzato con l’aiuto dell’intelligenza artificiale e successivamente in una mostra aperta al pubblico e ai famigliari, proprio per rendere il Configliachi uno spazio di relazione con la città.
Per la sua trasversalità negli ambiti sociosanitario, psicologico e comunitario, il progetto ha ottenuto i patrocini dell’Ulss6, del Comune di Padova e dell’Azienda ospedaliera. Inoltre, l’Ordine degli psicologi ha evidenziato l’arricchimento che l’iniziativa dà alla permanenza in casa di riposo. «Vogliamo che quest’ultima diventi un luogo dove gli ospiti sentano che la loro vita deve essere vissuta ogni giorno, restituendo loro il valore spesso non più riconosciuto», indica Flavia Dalla Rosa.