Nella serata del 1° ottobre sono state intercettate le 41 barche della Global Sumud Flottilla che da settimane erano in navigazione verso la Striscia di Gaza, con l’obiettivo di rompere l’assedio israeliano e di portare aiuti alla popolazione palestinese. Nel corso dell’operazione della marina militare israeliana sono stati arrestati 473 volontari, successivamente trasferiti nelle carceri israeliane di Ketziot e di Saharonim. Tra questi, presenti oltre 40 italiani, di cui quattro parlamentari ed eurodeputati sono stati rimpatriati in Italia nella giornata di venerdì 3 ottobre e altri 26 sono stati imbarcati su un volo per Istanbul sabato 4 ottobre, secondo quanto dichiarato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani.
La missione umanitaria però non è terminata, spiega Meri Calvelli, cooperante dell’ong padovana Acs Italia, a bordo della barca di osservazione e assistenza Summertime, che è sfuggita all’intercettazione israeliana virando verso Cipro ed attualmente è ormeggiata nel porto commerciale di Larnaca. «Siamo in contatto con la seconda ondata della Flottilla che sta arrivando, a cui partecipano anche 14 barche partite il 29 settembre dai porti di Siracusa, Catania e Otranto. Tra queste, c’è anche la Conscience che trasporta medici, infermieri e giornalisti, oltre a un importante carico di medicinali e aiuti. Si tratta di uno sforzo di pressione che è necessario continuare a fare».
Spiegando a la Difesa come è avvenuto l’abbordaggio delle barche il 1° ottobre, Meri Calvelli racconta che «alcune barche sono state intercettate con una “gentilezza” che, bisogna dire, l’esercito israeliano generalmente non ha. Si tratta delle barche con equipaggi provenienti da Paesi che intrattengono relazioni più strette con Israele e che erano le più in vista, quindi con una scorta mediatica più efficace. Non è vero però che la marina israeliana non ha usato violenza: contro le barche che trasportavano attivisti provenienti da Paesi come Malesia, Indonesia e Sudafrica i militari israeliani hanno utilizzato bombe sonore idranti».
Rispetto alla sorte degli attivisti arrestati, Calvelli spiega che «ci si aspetta che Israele si comporti come da prassi: li hanno portati in prigione, li trattengono qualche giorno per poi fare loro un foglio di via con divieto di ritorno, poi li mettono su dei voli per i loro Paesi. C’è voluto qualche giorno per via delle feste religiose che erano in corso in Israele. L’1 e il 2 ottobre si celebrava lo Yom Kippur e i militari israeliani che hanno intercettato le barche, per poter svolgere l’operazione, hanno ottenuto un’autorizzazione religiosa. Cosa interessante, tra l’altro, perché a oggi nell’esercito israeliano è presente una forte componente di soldati dall’ideologia messianica, aderenti ai partiti religiosi al governo».
Mentre la marina militare israeliana era impegnata nell’intercettazione, la popolazione di Gaza continuava a essere massacrata dai bombardamenti dell’aviazione: «Come Acs Italia noi siamo sempre in contatto con le persone e con il nostro staff a Gaza. Ogni giorno continuano i bombardamenti e gli ordini di evacuazione. A oggi la Striscia è divisa e le persone sono intrappolate, chi aveva fatto richiesta d’uscita difficilmente sta ricevendo visti dall’Italia. Giorgia Meloni dice che avremmo dovuto fare diversamente, la realtà però è che se il Governo avesse voluto qualcosa di differente, avrebbe dovuto fare pressioni affinché le organizzazioni umanitarie potessero entrare e fare il loro lavoro, invece non l’ha fatto».
Qualcosa però, da parte della società civile e non dal governo, si sta muovendo, sottolinea Calvelli: «Uno degli aspetti molto rilevanti della missione è il coinvolgimento più allargato di persone che supportano la causa palestinese. Mentre prima c’erano ridotti gruppi di attivisti che si facevano carico di ribellarsi al silenzio e rifiutavano di girarsi dall’altra parte, oggi questo sta diventando un atteggiamento più generalizzato. L’abbiamo visto con le manifestazioni spontanee che si stanno realizzando in Italia a terra, ma si vede anche dagli equipaggi sulle barche della Flottilla».