Le nostre scelte quotidiane definiscono il mondo in cui viviamo: ognuno può fare la propria parte per il futuro alimentare delle persone e del pianeta. È uno dei capisaldi della Giornata mondiale dell’alimentazione che si celebra il 16 ottobre; “Mano nella mano per un’alimentazione e un futuro migliori” il tema scelto per quest’anno, un appello alla collaborazione globale per costruire un futuro pacifico, sostenibile, prospero e sicuro dal punto di vista alimentare. All’appello rispondono anche le scuole del nostro territorio che dimostrano un’attenzione crescente verso i prodotti biologici e promuovono l’educazione alimentare accanto alle attività tradizionali.
In Veneto, secondo gli ultimi dati diffusi dalla Regione, il numero delle mense scolastiche biologiche è cresciuto in pochi anni in modo significativo: se nel 2019 erano 12 i beneficiari (tra Comuni appaltanti e scuole private) delle risorse del Fondo regionale per le mense scolastiche biologiche per un totale di circa 405 mila pasti erogati, nel 2024 i beneficiari sono saliti a 55 – dislocati in 11 nel Padovano, 14 nel Trevigiano, 12 nel Veneziano, 7 veronesi, 10 nel Vicentino e un rodigino – e i pasti serviti hanno superato i 3,1 milioni di unità. Inoltre, per il 2025 sono già 33 i potenziali beneficiari coinvolti (le domande per l’appalto sono ancora aperte): 7 padovani, 5 trevigiani, 10 veneziani, 5 veronesi e 6 vicentini. A Padova inoltre, con l’avvio dell’anno scolastico, la Provincia ha presentato un patto educativo sviluppato su tre direttrici – qualità e sicurezza degli alimenti, salute e benessere degli studenti, responsabilità e lotta verso lo spreco alimentare – che mira a rendere la scuola uno spazio dove mettere al centro educazione alimentare, salute e responsabilità condivisa. «La scuola è un luogo privilegiato per promuovere l’educazione alimentare e creare consapevolezza intorno ai rischi alimentari e ai corretti stili di vita; ma rappresenta anche un’opportunità per favorire il trasferimento di conoscenze e comportamenti dagli studenti alle famiglie» afferma la dott.ssa Antonia Ricci, direttrice generale dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, che ha sottoscritto il protocollo del patto insieme al prof. Eugenio Baraldi, direttore del Dipartimento di salute della donna e del bambino dell’Azienda ospedaliera dell’Università di Padova, Vincenzo Gottardo, consigliere della Provincia di Padova che vede tra le sue deleghe cultura e agricoltura, e suor Albina Zandonà, educatrice e direttrice delle Cucine economiche popolari. «I ritmi scolastici, i rientri pomeridiani e l’attività sportiva – sottolinea Eugenio Baraldi – richiedono che gli studenti assumano energia e nutrienti in modo regolare, evitando sia i digiuni che l’abuso di snack ipercalorici. La scuola diventa così un presidio di salute quotidiano».
Tra le indicazioni contenute nel “vademecum per una cultura del cibo a scuola” diffuso con la proposta del patto, l’utilizzo di materie prime controllate e di stagione, il rispetto delle linee guida nazionali per menù equilibrati, la valorizzazione della colazione e dello spuntino sano come momenti fondamentali per il rendimento scolastico. E ancora, la promozione di progetti di recupero del cibo non consumato, attività didattiche sulla sostenibilità e percorsi interdisciplinari di educazione alimentare. Un’attenzione particolare, infine, è rivolta alle famiglie chiamate a collaborare attraverso la preparazione di colazioni e merende equilibrate, e agli studenti, protagonisti di scelte alimentari più consapevoli e potenziali testimonial delle buone pratiche verso i coetanei.
Ma quanto queste linee guida trovano riscontro nelle abitudini quotidiane degli alunni? Dai dati dell’indagine “OKkio alla salute 2023”, ultima disponibile, emerge che solo il 33 per cento dei bambini veneti consuma una merenda di metà mattina considerata “adeguata” (pari a circa 100 calorie fornite da uno yogurt, un frutto o un succo senza zuccheri aggiunti), il 66 per cento degli studenti opta per spuntini “non equilibrati”, mentre l’1 per cento salta la merenda. L’analisi rivela inoltre che gli snack dolci – merendine, biscotti e caramelle – sono assunti quasi tutti i giorni dal 32,5 per cento dei bambini e più volte al giorno dal 6,4 per cento. Per quanto riguarda invece quelli salati, come patatine o pop corn, sono consumati quotidianamente da percentuali minori, ma risultano comunque presenti nell’alimentazione settimanale di oltre il 40 per cento degli studenti.
L’educazione alimentare a 360 gradi è parte dell’esperienza quotidiana dei bambini nelle strutture di Assonidi Veneto, l’associazione che rappresenta e tutela gli asili nido privati della Regione del Veneto. «La nostra missione è offrire un ambiente sicuro, stimolante e a misura di bambino, in cui crescita e benessere siano al centro – afferma Elisa Pisani, presidentessa di Assonidi Veneto, che gestisce da oltre dieci anni due asili nido sul territorio – Come tante altre titolari che fanno parte di Assonidi, ci impegniamo a garantire un’alimentazione varia, equilibrata e il più possibile biologica, pur consapevoli delle difficoltà legate ai costi elevati che inciderebbero sulle rette delle famiglie». «Per questo – prosegue Pisani – cerchiamo un equilibrio tra qualità, sostenibilità ed economicità, mantenendo sempre alta l’attenzione verso la salute dei bambini. Un obiettivo condiviso è anche quello di valorizzare il territorio, scegliendo piccoli fornitori e aziende locali, e di avvicinare i bambini a un’alimentazione corretta con menù stagionali. Inoltre, come molte colleghe, porto spesso il cibo nelle attività educative: non come spreco, ma come occasione di scoperta; toccando, annusando e conoscendo gli alimenti, i bambini hanno infatti anche la possibilità di superare eventuali selettività alimentari».
La Giornata mondiale dell’alimentazione è una ricorrenza che si celebra ogni anno in tutto il mondo il 16 ottobre per ricordare l’anniversario della data di fondazione della Fao, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, istituita a Québec, in Canada, il 16 ottobre 1945. La Giornata fu istituita nel 1979 e dal 1981 ogni edizione ha un tema differente su cui porre l’attenzione. Quella del 2025 ha una rilevanza particolare perché celebra, appunto, gli 80 anni della Fao e fa appello alla collaborazione globale per costruire un futuro sicuro dal punto di vista alimentare: «I sistemi agroalimentari sono esposti a sfide senza precedenti. I conflitti armati, gli eventi climatici estremi, gli shock economici e l’aumento delle disuguaglianze mettono sotto pressione la terra che coltiviamo e la biodiversità che sostiene la vita».