“Ogni Via Crucis ha la sua fine e speriamo che il Calvario di Gaza stia arrivando alla fine e che presto la luce della speranza e della resurrezione si incominci a vedere”. Si continua a pregare per la pace nella parrocchia latina della Sacra Famiglia di Gaza, situata a Gaza City, nel quartiere orientale di Al Zaitoun. Sono circa 450 i cristiani che vi hanno trovato rifugio e che vengono assistiti dal parroco, padre Gabriel Romanelli, coadiuvato da padre Youssef Asaad e da padre Carlos Ferrero, insieme alle suore del Verbo Incarnato (Ive) e a quelle di Madre Teresa, che si occupano di numerosi bambini gravemente disabili e intrasportabili. “Le notizie che giungono non sono buone”, dichiara al Sir il parroco. Sul terreno proseguono le operazioni militari israeliane, inclusi attacchi aerei e bombardamenti, ancora in corso in diverse aree, causando ulteriori vittime civili, sfollamenti e la distruzione di infrastrutture, come denunciato dall’Onu. Il portavoce Stéphane Dujarric ha affermato che “i civili continuano a pagare il prezzo più alto delle ostilità, della distruzione e degli sfollamenti di massa, con donne e ragazze che risultano le più vulnerabili”. “Tuttavia – aggiunge padre Romanelli – ci sono voci qui che annunciano un possibile accordo. Speriamo in bene. E speriamo veramente che gli abitanti di Gaza possano restare a vivere qui e a ricostruire qui la loro vita. Da parte nostra stiamo bene, ma siamo stanchi ed esausti. Continuiamo a lavorare, a pregare, a fare il bene di tutti, per essere strumenti di pace”. Resta attuale la domanda ‘provocatoria’ del parroco, affidata ai suoi canali social: “C’è davvero qualcuno che vince in questa guerra?”. Oggi i premier del Qatar e una delegazione turca si uniranno in Egitto ai negoziatori di Hamas e Israele nel terzo giorno di colloqui volti a porre fine alla guerra a Gaza. Tra i partecipanti ci sarà anche l’inviato speciale del governo americano per il Medio Oriente, Steve Witkoff, insieme al genero di Trump, Jared Kushner, giunti ieri a Sharm el-Sheikh. Come noto, le trattative, iniziate lunedì, si basano sul piano in 20 punti presentato nelle scorse settimane dal presidente statunitense.
Di queste ultime ore la notizia che Israele ha intercettato una nuova Flotilla diretta a Gaza. “Un altro vano tentativo di violare il blocco navale legale ed entrare in una zona di combattimento si è concluso in un nulla di fatto”, si legge sull’account X del Ministero degli Esteri dello Stato ebraico. “Le navi e i passeggeri – continua la nota – sono stati trasferiti in un porto israeliano. Tutti sono sani e salvi e in buona salute. Si prevede che saranno espulsi tempestivamente”. “L’esercito israeliano non ha giurisdizione legale in acque internazionali – la replica della Flotilla, composta da 140 membri, giunta attraverso i social -. Trasportiamo aiuti vitali per un valore di oltre 110.000 dollari in medicinali, apparecchiature respiratorie e integratori nutrizionali destinati agli ospedali di Gaza“. La Flotilla fa capo alla “Freedom Flotilla Coalition (Ffc) e Thousand Madleens to Gaza (Tmtg).