Evolvere per attrarre. Sono queste le due parole chiave al centro del position paper, il documento redatto da Confindustria Veneto in vista delle elezioni regionali di novembre. Il testo, dal titolo “Il Veneto del futuro: una regione che evolve per attrarre”, è stato presentato il 26 settembre nella sede regionale di Confindustria. Il documento vuole essere uno strumento che possa aiutare la futura amministrazione nell’orientare le scelte politiche e amministrative, attraverso un confronto per la costruzione di una nuova agenda industriale regionale.
Il testo ha l’obiettivo di proporre, in alcuni casi anche in modo critico, soluzioni concrete per la crescita e lo sviluppo della nostra Regione. Si coglie tra le righe la necessità di realizzare un nuovo patto fra le istituzioni e gli attori impegnati nel territorio (come il sistema delle imprese), mirato a rafforzare «la competitività, la sostenibilità e l’attrattività del Veneto». Il rischio per quella che viene chiamata “la locomotiva del Nordest”, in un contesto in continua evoluzione, è di una «crescente marginalizzazione», principalmente nelle realtà legate all’automotive. Il position paper nasce dal lavoro corale della Confindustria del Veneto, in tutte le sue componenti territoriali, di rappresentanza e tecniche.
Durante l’incontro è emerso, soprattutto dalle parole del presidente di Confindustria Veneto Raffaele Boscaini, come di fronte alle nostre aziende ci siano delle sfide enormi: il cambiamento climatico, la transizione digitale, l’inverno demografico, «una delle più importanti», nonché le competizioni tra territori. «Bisogna assolutamente trovare delle chiavi di lettura – ha sottolineato il presidente – affinché siano tradotte in azioni. Non si può stare fermi, chi lo fa regredisce». Raffaele Boscaini ha aggiunto: «Abbiamo un tessuto imprenditoriale resiliente, filiere solide e una vocazione all’export fra le più elevate d’Europa. Vanno però constatate delle criticità, che rileviamo essere sempre le stesse da tempo: delle infrastrutture insufficienti, le difficoltà ad attrarre il capitale umano qualificato e un sistema formativo non sempre in linea con le esigenze delle imprese (consapevoli del fatto che abbiamo sempre meno giovani da formare) e una governance troppo frammentata. Un altro punto problematico va evidenziato: si parla tanto dei dazi del presidente americano Donald Trump che sono una maledizione, ma è importante riconoscere la rilevanza dei “dazi interni”, pesantissimi per le nostre realtà. Ci ammorbano, ci affaticano, ci appesantiscono. È necessario quindi alleggerire la pressione fiscale sulle imprese, garantendo degli investimenti. Altre difficoltà che vivono le nostre aziende sono collegate alla burocrazia (è importante snellire il sistema) e agli alti costi dell’energia: c’è l’impellenza di diminuirli».
Il presidente Boscaini ha messo quindi in chiaro come «gli investimenti, l’energia e la burocrazia sono i tre pilastri che, se affrontati in maniera risoluta, aiuterebbero le imprese e di conseguenza i territori. Riteniamo che queste elezioni regionali del 2025 rappresentino un passaggio decisivo; è il momento di guardare a delle strategie di sviluppo con degli occhiali nuovi, da un punto di vista diverso».
Il documento identifica, alla luce delle sfide e delle criticità individuate, due direttrici «complementari e inscindibili», l’una collegata all’altra, declinate in 22 strategie chiave: evolvere e attrarre, come detto. Evolvere per accompagnare il sistema delle imprese nella trasformazione verde e digitale, investendo nel capitale umano, creando un ambiente favorevole all’innovazione. «C’è la necessità di posizionare il Veneto fra le Regioni più competitive d’Europa». E l’attrarre: si evidenzia come sia fondamentale catalizzare nuovi investimenti industriali per diventare un territorio più capace di richiamare giovani, talenti, imprese e famiglie grazie a una elevata qualità del vivere e del fare impresa. «Questa è la visione di lungo termine che proponiamo».
Per evolvere sono state riportate nel documento alcune principali strategie: il digitale, l’Intelligenza artificiale e le filiere emergenti; la sostenibilità, l’energia e la circolarità. Inoltre ci sono le infrastrutture per una nuova competitività e l’apertura del sistema economico regionale. Attenzione è posta alle aree montane con un assessorato con delega unificata alla montagna e l’economia del mare. Per attrarre degli investimenti, nuovo capitale umano e altro, nel testo sopracitato sono state individuate alcune linee d’azione: creare un ecosistema che attragga persone, risorse e imprese; il credito per lo sviluppo; l’attenzione alle nuove generazioni, investendo sul futuro del lavoro e dei talenti. Sono riportate inoltre soluzioni abitative per lavoratori e studenti; il turismo sostenibile e delle destinazioni; la cultura e l’impresa. Infine la filiera scienze della vita con il futuro dell’industria della salute.
Anche Confartigianato imprese venete (che associa principalmente realtà artigiane, micro e piccole), ha redatto un proprio position paper in vista delle prossime elezioni regionali. Il programma punta al rafforzamento delle infrastrutture con interventi su Verona, Pedemontana, Bellunese e Sud Veneto, oltre a nuove regole edilizie per rispondere ai mutati bisogni abitativi.
In ambito lavoro e formazione, propone strumenti per la continuità aziendale, un osservatorio delle competenze e una piattaforma digitale integrata. Per energia e ambiente, rilancio delle concessioni idroelettriche, società pubblico-privata per trattenere risorse e un Piano sociale per il clima. Sul turismo, valorizzazione del Veneto come prima Regione italiana per presenze turistiche (73,5 milioni nel 2024), con un approccio integrato a filiere produttive, innovazione e promozione del territorio. Infine, sanità pubblica rafforzata, Patto per la montagna e maggiore ruolo ai corpi intermedi con una sede regionale permanente.
«Chiediamo che la Regione istituzionalizzi una sede permanente di confronto con i corpi intermedi» ha aggiunto il presidente Roberto Boschetto.