Sono le 18.50 a Washington D.C., mentre in Italia è quasi l’una del mattino, quando il presidente Donald Trump, con un post su Truth Social, annuncia l’accordo tra Israele e Hamas per il cessate il fuoco a Gaza e la liberazione degli ostaggi. “Sono molto orgoglioso di annunciare che Israele e Hamas hanno entrambi sottoscritto la prima fase del nostro Piano di Pace”, ha scritto il presidente. “Tutti gli ostaggi saranno rilasciati molto presto e Israele ritirerà le sue truppe secondo una linea concordata, come primo passo verso una Pace Forte, Duratura e Perenne. Beati i costruttori di pace!”, ha aggiunto Trump, concludendo il post con una citazione del Vangelo. La notizia arriva dopo mesi di stallo diplomatico e segna una svolta attesa da tempo. “Questo è un GRANDE giorno per il mondo arabo e musulmano”, scrive ancora Trump, elogiando il ruolo di Qatar, Egitto e Turchia su un piano definito “storico”. L’accordo, approvato mercoledì, prevede il rilascio di circa 20 ostaggi israeliani ancora in vita e la restituzione, in più fasi, dei resti degli altri 28. In cambio, Israele libererà 250 prigionieri palestinesi condannati all’ergastolo e 1.700 detenuti di Gaza.
Secondo fonti diplomatiche, i negoziati si sono intensificati nelle ultime settimane, in particolare dopo l’attacco israeliano del 9 settembre contro rappresentanti di Hamas in Qatar, un episodio che ha suscitato forti reazioni nella regione e a Washington, spingendo l’amministrazione statunitense ad aumentare la pressione su Israele e a inviare a Sharm el-Sheikh, in Egitto, per i negoziati, due dei consiglieri più fidati di Trump: l’inviato speciale Steve Witkoff e il genero Jared Kushner.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha confermato l’accordo e riunirà il Parlamento per l’approvazione, dichiarando che è stato “un grande giorno per Israele”. Hamas, dal canto suo, ha ribadito che “i sacrifici del nostro popolo non saranno vani” e ha chiesto ai garanti dell’accordo di vigilare affinché Israele ne rispetti pienamente i termini. La notizia ha acceso una speranza concreta tra i palestinesi di Gaza, stremati da due anni di guerra e ora anche da una carestia mai sperimentata. Il Qatar ha confermato che l’intesa prevede l’apertura dei corridoi umanitari e l’ingresso sicuro di aiuti.
Resta incerta, tuttavia, la fine definitiva del conflitto. Netanyahu ha chiesto il disarmo di Hamas, richiesta respinta dal gruppo militante. Hamas ha dichiarato di voler negoziare alcuni elementi del piano, ma ha accettato comunque di rilasciare tutti gli ostaggi e Trump, in un’intervista a Fox News, ha indicato lunedì come possibile data per il rilascio.
Il presidente ha aggiunto che presiederà un “Consiglio di Pace”, dove siederà anche l’ex primo ministro britannico Tony Blair. Il conflitto a Gaza era iniziato il 7 ottobre 2023 con l’attacco del gruppo armato Hamas, che aveva provocato 1.200 morti e 250 ostaggi. La risposta israeliana ha causato oltre 67.000 vittime palestinesi, secondo il Ministero della Salute di Gaza, e ha devastato il territorio. Dopo due anni di sofferenze, l’accordo annunciato nella notte potrebbe finalmente aprire una strada verso la pace. In attesa dei dettagli operativi, resta il monito lanciato da Trump: “Se Hamas non avesse accettato entro domenica sera, molti altri suoi combattenti sarebbero stati uccisi”. Parole che rivelano la tensione dietro le quinte, ma anche la determinazione a chiudere una pagina dolorosa della storia che ha isolato Israele e raso al suolo la Striscia di Gaza e la vita dei suoi abitanti. Ora è il tempo dei “costruttori di pace”, come ha auspicato Trump nel suo post e come tutti sperano sia in Palestina che in Israele.