Una strada può essere una casa, un punto di incontro, una palestra, in senso metaforico e non solo, un percorso che collega due luoghi distanti tra loro.
Domenica 12 ottobre, via Tommaseo, a Padova, si è trasformata in una tavola comune per 99 persone sedute insieme davanti alle Cucine economiche popolari per un pranzo comunitario, promosso dalle realtà dell’area stazione che collaborano al servizio Prisma, attivo dal 2003, del settore Servizi sociali del Comune di Padova. L’iniziativa, denominata “Pranziamo insieme”, è nata in seno alla commissione per la rappresentanza delle persone con cittadinanza straniera, organo consuntivo composto da 16 membri eletti in rappresentanza delle comunità straniere presenti nel territorio cittadino, e nato nel 2011. «Già allora avevamo segnalato problemi in questa strada – ha ricordato il vicepresidente della commissione Shehan Andaradige Manoj Silva, proveniente dallo Sri Lanka – ma ora è tutto diverso. Tutti insieme abbiamo organizzato questa giornata con i commercianti di quest’area, che attualmente è zona rossa, e abbiamo invitato tutti per farla conoscere. Un pranzo gratuito per tutti. Senza etichette. Una sola famiglia». L’atmosfera era infatti quella di un pranzo della domenica, in famiglia.
L’amministrazione comunale si è fatta carico delle spese e le Cucine della preparazione e dell’allestimento del pranzo. «Alcuni dei negozi di questa zona rischiano la chiusura o la riduzione del personale per il calo di lavoro. Così abbiamo pensato a un’iniziativa per aiutarli a risollevarsi, facendoli conoscere ai cittadini», sottolinea la presidente della commissione Lirika Tola, albanese.
Via Tommaseo è stata così transennata da Corso del Popolo alla rotonda di viale della Pace. La giornata è cominciata alle 11 con una passeggiata alla scoperta delle attività commerciali e dei servizi della zona. Sono seguite letture e musica e a ora di pranzo tutti seduti a tavola. Il pomeriggio è stata riproposta la visita guidata e sono proseguiti musica, animazione e giochi.
«È un momento di incontro, per stare insieme – aggiunge il nigeriano Christian Agbor, ex presidente della commissione stranieri – Questa via viene descritta spesso come pericolosa, ma in realtà non è così. Vogliamo riscrivere la storia di via Tommaseo e chiedere ai negozianti di cosa hanno bisogno. Qui ci sono molte attività straniere che fanno parte del tessuto economico della città. Ma gli italiani non ci vengono, perché hanno paura. Invece via Tommaseo è una strada viva».
Al pranzo hanno collaborato tutte le associazioni unite nel progetto “Binario Zero” per dare visibilità alle iniziative che animano la zona tra la chiesa della Pace (a ridosso della quale si trasferiranno le Cucine) e piazza Mazzini: «Siamo felici di aver partecipato a questa iniziativa organizzata da tante realtà culturalmente diverse tra loro, che insieme vivono questo territorio – ha sottolineato don Luca Facco, presidente della Fondazione Nervo Pasini – Un messaggio di speranza perché queste realtà si incontrano in un luogo complesso e impegnativo, dimostrando che insieme si possono fare cose bellissime».
Hanno partecipato al pranzo anche l’assessore comunale Margherita Colonnello e la consigliera Anna Barzon. «Il valore dell’iniziativa – ha osservato Barzon – è quello di avvicinare i padovani che non vengono mai in questa parte della città, perché non la conoscono. La vivono male, la considerano un “bubbone”. Un’iniziativa come quella di oggi potrebbe essere un buon viatico per minare il sentimento di scarsa empatia oggi piuttosto diffuso e far cambiare idea a molte persone anche sulle Cucine popolari, che contribuiscono a contrastare il degrado dando un aiuto a chi è in difficoltà».
Ricordiamo che, dal 18 settembre fino al 18 dicembre, il prefetto Giuseppe Forlenza ha sottoposta nuovamente a maggiori controlli da parte delle forze dell’ordine l’area attorno alla stazione ferroviaria che comprende il piazzale, via d’Avanzo, viale Codalunga, via Tommaseo per l’appunto, via Goldoni nonché via Annibale da Bassano.