Alle 10 di mattina dell’8 ottobre, dopo 85 anni, la statua bronzea del condottiero Erasmo da Narni, detto il Gattamelata, è nuovamente scesa dal suo cavallo. O, per meglio dire, ha “volato” fino a terra e poi ha proseguito verso il luogo dove oggi si trova, nell’ex museo civico di piazzetta Kolbe, a pochi passi dal sagrato della basilica del Santo. Il giorno dopo lo stesso percorso è stato compiuto dall’altra parte del capolavoro di Donatello, il destriero.
Le altre uniche due “discese” a terra della statua, dopo il collocamento sul sagrato intorno al 1457, erano state per metterla in sicurezza dai bombardamenti delle guerre mondiali (nel 1917 andò a Roma a palazzo Venezia e nel 1940 all’abbazia di Carceri), ma questa volta lo scopo è procedere al nuovo restauro: ci sono voluti due anni di studi ed esami per prendere la decisione di non eseguirlo sul posto, ma in luogo più adatto per condurre ulteriori analisi scientifiche, in particolare modo sulle condizioni in cui versa l’interno del cavallo. Si tratta di accertamenti fondamentali e preliminari alla fase di restauro vera e propria.
I “voli” si sono svolti in piena sicurezza e stabilità grazie allo studio degli ingegneri Filippo Casarin e Marco Mocellini di R-Struct Engineering, alla presenza di Roberto Ciabattoni dell’Istituto centrale per il restauro, sotto la supervisione attenta del restauratore Nicola Salvioli, coadiuvato da Arterìa di Firenze che ha seguito le delicatissime fasi di movimentazione. Il cavaliere – il cui peso è di circa 450 chilogrammi – è stato assicurato al cavalletto su cui rimarrà per i prossimi mesi.
L’architetto Ugo Soragni, direttore scientifico per il restauro, ha spiegato come la prima fase delle indagini, condotte d’intesa con la Soprintendenza e con la collaborazione del Centro di studi e ricerche sui beni culturali dell’Ateneo di Padova, abbia permesso di identificare e approfondire lo stato di alterazione delle superfici bronzee del gruppo equestre e la vulnerabilità strutturale tanto di esso quanto del suo basamento in pietra, motivo per cui si è ritenuto necessario procedere con ulteriori indagini in un ambiente controllato e protetto.
«La prosecuzione degli studi sul Gattamelata – ha continuato – e lo svolgimento degli interventi restaurativi dovranno necessariamente mantenersi entro una dimensione di rigore disciplinare, così da permettere di pervenire alle scelte finali, tra cui quella riguardante la sua ricollocazione all’esterno o la sua conservazione protetta».
L’opera, capolavoro di Donatello, fu eseguita tra il 1447 e il 1453 su commissione della famiglia del condottiero con l’avvallo del Senato della Repubblica Veneta per commemorare Erasmo da Narni; il monumento fu poi posizionato dinanzi alla basilica del Santo.
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