La Biblioteca capitolare di Padova prese avvio dall’atto con cui il cardinale Pietro Foscari, nel 1482, decise di donare al Capitolo della Cattedrale la preziosa biblioteca, composta da manoscritti e incunaboli, appartenuta al suo predecessore, il vescovo umanista Iacopo Zeno. Custodisce oltre 500 codici e 435 incunaboli, molti dei quali miniati, e 12 mila libri antichi.
L’Archivio storico diocesano contiene invece la memoria della Chiesa di Padova e delle istituzioni che la compongono, primi fra tutti per antichità il Capitolo dei Canonici e la Mensa vescovile, oltre all’ufficio di Cancelleria. Il patrimonio è composto da oltre mille metri lineari di carte e da circa 5 mila pergamene: il documento più antico è un privilegio in pergamena emanato dall’imperatore carolingio Ludovico II l’8 febbraio 855.
Il complesso di Santa Maria in Vanzo è invece una ristrutturazione settecentesca del monastero dei Canonici di San Giorgio in Alga, acquisito dal vescovo Gregorio Barbarigo nel 1669. La chiesa è ascritta alla mano di Lorenzo da Bologna ed è cinquecentesca, come i chiostri: conserva opere di Jacopo da Bassano e Michele da Verona. Nel complesso trova sede la Biblioteca antica del Seminario, la più importante tra quelle ecclesiastiche del Triveneto: nei secoli si è arricchita di lasciti e acquisizioni tra cui i codici della biblioteca del conte Alvarotti, la collezione Manfredini (incisioni di Maso Finiguerra, Rubens, Rembrandt, Dürer), la collezione Mantovani con il trecentesco erbario di Johann Rhode.