Chiesa
“Il nostro testo vede la luce in un momento critico, mentre assistiamo, con crescente senso di impotenza, a guerre e ingiustizie che alimentano le guerre: sarà capace di portare lenimento, speranza e incoraggiamento a vivere?”. Lo ha detto oggi Sabino Chialà, priore di Bose, nella meditazione proposta alla terza Assemblea sinodale delle Chiese che sono in Italia, rileggendo il racconto del primo discernimento comunitario narrato negli Atti degli Apostoli. “Quelle parole ‘sapevano’ di Spirito Santo. Erano parole che portavano consolazione nelle sofferenze e incoraggiamento a vivere… Di questo il nostro mondo ha quanto mai bisogno!”, ha proseguito. Un’esortazione alla fiducia anche nei frutti del Cammino sinodale italiano: “La risposta è nelle parole che dice… Ma anche in quelle con cui lo accompagneremo: se non resterà lettera morta; se i germi che contiene – a volte timidi – saranno accompagnati da voci di credenti coraggiosi”. E ha ricordato: “Il tono con cui le decisioni prese sono espresse: ‘È parso bene…’. O più letteralmente: ‘È parso… (edoxen)’ (15,28). Un verbo che dice umiltà. È parso… Come a dire: è quello che per ora abbiamo capito o è stato possibile! Di conseguenza non pretende alcun carattere di definitività”. Le decisioni, ha concluso, “non incitano alla rassegnazione, ma chiedono di restare aperti ad altri passi”, da compiere sempre “in ascolto dello Spirito e di ciascuna delle altre voci”.