«Sono un malato cronico da 20 anni in cura all’Ulss6 di Padova. Se 20 anni fa prenotavo la visita di volta in volta e avevo le liste d’attesa, ora la segreteria mi dice di richiamare perché non è possibile prenotare. Questo mantiene le liste d’attesa immacolate e le statistiche perfette ma il servizio ai cittadini è palesemente peggiorato. Quali interventi pensate di attuare?».
Un teatro gremito, un confronto, e poi sollecitazioni, domande, dubbi in attesa di risposte concrete e convincenti. Martedì 4 novembre, all’Opsa di Sarmeola (Padova), oltre 800 persone hanno assistito all’incontro “Prendiamoci cura del Veneto”, che ha messo a confronto due dei principali candidati alla presidenza della Regione Veneto, Giovanni Manildo e Alberto Stefani.
L’appuntamento, promosso dall’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Padova insieme a Fisp, Azione Cattolica Triveneto, Acli Veneto, Csi, Cif, Coldiretti e Ucid, e moderato dal direttore della Difesa, Luca Bortoli, ha rappresentato un momento di ascolto e “partecipazione civile”. Oltre alle domande elaborate dalle associazioni promotrici, il pubblico è stato invitato anche a scrivere una proposta-richiesta pensando alla domanda “quale futuro sogni per il Veneto?”
Il tema più sentito è stato quello della sanità pubblica. Molte le richieste di rafforzare la medicina territoriale, riconoscendo il ruolo delle medicine di gruppo integrate come presidio sociale e sanitario. Si è parlato anche della nuova legge regionale che ridisegna gli Ats, gli ambiti territoriali sociali, e del bisogno di maggiori assunzioni e investimenti strutturali. La salute torni a essere un diritto, non una statistica è il sentimento che emerge: «Da medico dico venga preservata la natura socio-sanitaria del sistema di tutela della salute. La persona è una e la sua salute consiste in benessere “fisico, psichico e sociale”. Piuttosto che separare le dimensioni in due assessorati si rafforzi la “gamba” sociale di un sistema integrato. Molto è stato depauperato in questi anni. Non serve aumentare il numero di medici con norme nazionali come l’abolizione del numero chiuso e non serve nemmeno aumentare gli stipendi. Per rendere più attraente il lavoro nella medicina generale e nei dipartimenti di medicina di emergenza servirebbe ascoltare di più i professionisti che ci lavorano rimettendo al centro i loro bisogni che nascono dal desiderio di aiutare i cittadini e la loro salute».

Ampio spazio anche alle questioni ambientali. Tra le richieste emerge una inderogabile presa di posizione sullo stop al consumo di suolo, ricordando che il Veneto è la seconda regione italiana per superficie cementificata nonostante la legge regionale del 2017. Interessante chi sostiene che si debba garantite l’autonomia d’azione di Arpa Veneto, l’Agenzia per la prevenzione e protezione dell’ambiente, così come c’è chi spinge per fonti rinnovabili, comunità energetiche, tutela delle falde e bonifica delle aree contaminate. Non manca la stoccata ai prossimi Giochi invernali: «Voi candidati cosa pensate riguardo alle infrastrutture che sono state e vengono a oggi costruite a Cortina, per le Olimpiadi invernali 2026, quali pista da bob e nuova cabinovia Socrepes, quest’ultima da poco soggetta a un cedimento del terreno?».
Il tema dell’abitare ha messo in luce una crisi diffusa: l’accesso alla casa è sempre più difficile, non solo per i giovani ma anche per le famiglie con redditi medi. Padova, ricordano dal pubblico, è la quarta città italiana per costo degli affitti. Si chiedono quindi politiche abitative concrete, incentivi per l’affitto a canone calmierato e soluzioni per le locazioni brevi.
Parallelamente, è emersa la richiesta di «una visione di futuro per il Veneto che faccia restare nel territorio i giovani (che abbiamo formato) – si legge nella richiesta – Meno difesa dei confini e più supporto ai giovani. Quali proposte per non fare scappare i giovani all’estero?».
Molti cittadini hanno sollevato il problema della mobilità regionale: bonus o trasporti gratuiti per studenti e universitari, potenziamento del Sistema ferroviario metropolitano regionale (Sfmr) e miglioramento dei collegamenti tra l’aeroporto di Venezia e le città di Padova e Vicenza, strategici anche per attrarre investimenti. Ma anche «quale posizione avete rispetto al progetto Grande raccordo anulare di Padova?».
Infine una provocazione: «Come si pensa di poter conciliare le linee della politica nazionale (in particolare del centro destra e nello specifico della Lega) con le tante belle intenzioni manifestate stasera in tema di accoglienza, di interazione, di attenzione alle fragilità?».
Legalità e lavoro gli altri temi trattati
Tra gli spunti delicati emersi nelle richieste di chi ha partecipato al dibattito tra Manildo e Stefani, c’è anche il tema della legalità: «Quali proposte avete in tema di legalità e trasparenza a livello regionale? Quali strumenti per contrastare il radicamento della criminalità organizzata nella nostra Regione che sta gestendo massicciamente l’economia veneta dal terziario all’agricoltura?»
Una domanda, poi, ha riguardato anche il gioco d’azzardo: «Causa di povertà e dipendenza, come si può arginarlo?».
Per il lavoro, si sono alzate voci in richiesta di maggiori tutele per le persone disabili e il rifiuto per una transizione forzata all’economia bellica delle aziende venete.