Serve un cambiamento drastico e nuovi investimenti per adeguare la rete idrica per affrontare le cosiddette bombe d’acqua e in particolare servono:
▶ sistemi di monitoraggio meteorologico in tempo reale (centraline meteo evolute);
▶ manufatti idraulici telecontrollabili tramite rete veloce;
▶ idrovore più potenti e autonome, non dipendenti solo dalla rete elettrica.
Il Consorzio di bonifica Brenta possiede competenze e personale adeguato per affrontare queste sfide.
Come Acli chiediamo di modificare la legge regionale 12 del 2009, che regola i Consorzi di Bonifica, per affrontare le criticità più gravi. Anzitutto l’eccessiva cementificazione, con la proliferazione di zone industriali e centri logistici, che hanno alterato l’equilibrio idraulico della provincia. In secondo luogo, i pareri di compatibilità idraulica dei consorzi di bonifica, oggi non vincolanti, devono diventare obbligatori e restrittivi. In terzo luogo, per quanto riguarda la manutenzione del reticolo idrico, il consorzio svolge un’importante attività sui propri manufatti, ma la situazione è grave nei fossi comunali e privati, spesso lasciati al degrado o compromessi da arature che non osservano le aree di rispetto. Sebbene i consorzi abbiano funzioni di controllo e sorveglianza, non dispongono di poteri sanzionatori. Di conseguenza, molti privati ostruiscono scoli e fossati, causando danni economici che si ripercuotono sull’intera collettività. Questo problema non è più rinviabile e va affrontato con urgenza. Infine è necessaria una maggiore partecipazione democratica che dipende da un’adeguata informazione sulle elezioni dei consorzi di bonifica. All’ultima tornata (2024) nel Bacchiglione ha votato solo il 3,4 per cento degli aventi diritto, e appena il 2,5 in fascia 1.
Le Acli propongono i seguenti interventi concreti alla legge regionale 12 del 2009: