Chiesa
Si può parlare di religione, di fede, di Chiesa e argomenti simili in modo scherzoso e leggero e mai irriverente? È la questione che si sono posti in modo audace due missionari digitali (i cosiddetti influencer cattolici): don Giovanni Berti, sacerdote veronese e vignettista, e Pietro Calore, giovane filosofo padovano, impegnato sui social per diffondere contenuti legati al rapporto tra la fede, la filosofia e la scienza. I due si sono incontrati/confrontati presso la libreria San Paolo Gregoriana di Padova, il 7 novembre.
Nel dialogo tra i due è emerso come oggi, per raggiungere principalmente, ma non solo, i giovani in rete, sia necessario usare modalità e un linguaggio a loro vicino, capace di «suscitare un sorriso», senza però perdere di vista il valore e l’importanza delle tematiche trattate. «Nel nostro dialogo – spiega Pietro Calore –, abbiamo messo a fuoco come sui social la comunicazione della fede abbia bisogno di riscoprire la leggerezza in un tempo presente segnato da tante pesantezze, denso di preoccupazioni e carico di polarizzazioni, di divisioni e di lotte. Nelle nostre società e quindi nel “continente digitale”, c’è bisogno che la fede sia una luce che illumini, anche con un sorriso, gli eventi del mondo e della Chiesa».
Il giovane ha anche parlato di una delle sue attività online, la realizzazione dei cosiddetti caroselli di meme (ovvero sequenze di immagini, video o frasi collegate tra loro che formano un contenuto unico a scorrimento), sul Vangelo della domenica: «Riporto il testo del Vangelo collegandolo con delle immagini che desiderano suscitare il riso; è sempre un ridere “con” e mai “del” Vangelo».
Dal canto suo don Giovanni Berti ha evidenziato come «le parabole di Gesù sono delle immagini a mo’ di vignette che vogliono parlare di cose importanti però con la leggerezza di un esempio che apparentemente non c’entra niente con Dio. Un pastore che perde le pecore, un padre con due figli disgraziati e altro». Un altro aspetto che ha posto come rilevante è che, come cristiani e come missionari digitali, «nell’usare i social siamo chiamati ad avere un certo stile riconoscibile; uno stile amichevole, non autocentrato, in cui siamo online ma sempre parte della Chiesa. Anche per noi il rischio è di una visibilità a tutti i costi».
Durante l’incontro, inoltre è stato presentato il libro La Chiesa ti ascolta (pp. 224, edizioni San Paolo), a cura di Paolo Curtaz e Rosy Russo e con un contributo tra gli altri di don Giovanni Berti. Il libro dà voce a diversi missionari digitali italiani ed ha lo scopo di arrivare ai vescovi del nostro Paese affinché avviino nelle varie diocesi, progetti legati alla comunicazione digitale. In una parte del suo intervento don Giovanni dice: «Qualcuno mi ha detto che non si dovrebbe scherzare con la fede e soprattutto con Gesù, la Madonna e i santi, perché sono una cosa seria. Ma serio non è sinonimo di “triste”, e nelle pagine del Vangelo c’è una ricchezza di gioia e di vita che non vorrei rimanesse nascosta da un atteggiamento troppo serioso e spento».