Fatti
Domenica 23 e lunedì 24 novembre si vota in Campania, Veneto e Puglia. Nelle due giornate i seggi saranno aperti rispettivamente dalle 7 alle 23 e dalle 7 alle 15. Con questa tornata si conclude la serie delle elezioni regionali del 2025. In precedenza si era votato in Toscana, Marche, Calabria e Valle d’Aosta. Stavolta gli elettori potenzialmente coinvolti sono circa 13 milioni, ma uno dei dati più incerti è proprio quello dell’affluenza alle urne. Tanto più che a livello regionale il dato dell’astensionismo viene sistematicamente gonfiato dal numero dei residenti all’estero. A differenza delle elezioni politiche, infatti, gli elettori devono tornare in Italia per votare e questo nella maggioranza dei casi si rivela un ostacolo insormontabile. Per avere un’idea dell’incidenza del fenomeno basti pensare che in Veneto gli iscritti all’Aire, l’anagrafe dei residenti all’estero, superano il 10% del totale.
Il sistema di voto è ormai ben noto ai cittadini, con l’elezione diretta del presidente in turno unico e il voto di lista proporzionale. La materia è tra quelle di competenza regionale e quindi sussistono alcune differenze tecniche – peraltro non sostanziali – tra una situazione e l’altra, per esempio nelle soglie di sbarramento. Comune invece è la possibilità del voto disgiunto (si opta per un candidato presidente e per una lista non collegata allo stesso) e la doppia preferenza di genere (se si esprimono due preferenze, i candidati devono essere di sesso diverso). Comune è anche il divieto di svolgere più di due mandati da presidente. La regola vale per tutti i casi di elezione diretta dei vertici onde evitare concentrazioni eccessive e cristallizzazioni di potere, sia nelle Regioni a statuto ordinario, sia in quelle a statuto speciale, come ha recentemente chiarito la Corte costituzionale. Tale regola trova applicazione in tutt’e tre le Regioni al voto, determinando un avvicendamento che ha investito tre “governatori” molto noti anche a livello nazionale: Vincenzo De Luca, Luca Zaia e Michele Emiliano.
In Campania. Vediamo dunque, in sintesi, come si articola la competizione, cominciando (in ordine demografico) dalla Campania. Il candidato presidente del centro-sinistra è Roberto Fico (M5S), sostenuto anche da Pd, Alleanza Verdi Sinistra, lista “Fico presidente”, lista “A testa alta”, lista “Noi di centro-Noi Sud”, lista “Avanti Campania”, lista “Casa riformista”. Il candidato del centro-destra è Edmondo Cirielli (FdI), supportato anche da Forza Italia, Lega, lista “Cirielli presidente”, Noi moderati, Democrazia cristiana, lista “Noi consumatori – Pensionati”. Altri candidati presidente sono Nicola Campanile (“Per- per le persone e la Comunità”), Giuliano Granato (lista “Campania popolare”), Carlo Arnese (“Forza del popolo”), Stefano Bandecchi (“Dimensione Bandecchi”).
In Veneto il leghista Alberto Stefani è appoggiato da tutto il centro-destra con Liga veneta per Salvini premier, FdI, Forza Italia, Noi moderati, Unione di centro, Liga Veneta Repubblica. Per il centro-sinistra corre Giovanni Manildo (Pd), con M5S, AVS, lista “Uniti per Manildo”, lista “Le civiche venete”, Volt Europa, lista “Pace salute lavoro”. Altri candidati presidente sono Riccardo Szumski (Resistere Veneto), Fabio Bui (Popolari per il Veneto), Marco Rizzo (Democrazia sovrana e popolare).
In Puglia Antonio Decaro è candidato da Pd, M5S, AVS, lista “Avanti popolari con Decaro”, lista “Decaro presidente” e lista “Per la Puglia”. Il candidato del centro-destra è Luigi Lobuono, un civico sostenuto da FdI, Forza Italia, Lega, Noi moderati, lista “La Puglia con noi”. Altre candidature sono quelle di Ada Donno (lista “Puglia pacifista e popolare”) e di Sabino Mangano (lista “Alleanza civile per la Puglia”).