Chiesa
Una struttura che ospita 304 persone, di cui 280 non autosufficienti e 24 autosufficienti, in numerosi edifici situati lungo via Sette Martiri a Padova. Qui opera don Alberico Alfonsi, classe 1938, che sintetizza così il suo ruolo di assistente spirituale della casa di riposo Configliachi: «Cerco di essere sempre attento a tutte queste persone e a quelle più sofferenti in modo particolare». Venne fondata nel 1838 dall’abate Luigi Configliachi, sacerdote, botanico, rettore dell’Università di Padova, animato dalla volontà di «dedicare attenzione alle persone sofferenti in qualsiasi situazione abbiano a trovarsi, sia fisica che mentale e ambientale – evidenzia il sacerdote – Lo dico per sottolineare che questa è una grande istituzione, di un’attualità incredibile».
Don Alberico, come si svolge la sua giornata?
«Cerco di rendere il mio servizio avvicinandomi alle persone una per una e se possibile chiamandole per nome. A loro manca la casa, quel senso di famiglia e di stare insieme tentando di dialogare. Soltanto pochi dispongono di una stanza propria. I più sono divisi in stanze da due, a volte anche da tre persone e questo, per chi era abituato ad avere la propria stanza o a dividerla con la moglie o col marito, comporta un piccolo grande sacrificio. Il mio compito è quello di rendermi disponibile se qualcuno ha il desiderio di confessarsi o anche solo di parlare, di sé o della famiglia. E poi c’è la messa ogni domenica alle 10».
Quali sono le principali difficoltà?
«Quelle che incontrano quasi tutte le case dove si curano gli anziani e gli ammalati: ci sarebbe bisogno di più personale e quello che c’è finisce per essere sottoposto a orari eccessivi. E chi ne soffre di più? Quelli che hanno più bisogno di cura. E la causa è sempre il denaro».
Di cos’altro hanno bisogno gli anziani?
«Le persone vanno trattate come persone, anche se malate, sofferenti o anziane. La solitudine rimane forte per tutti. Il calore della casa e della famiglia è una cosa importantissima. Molti di loro non sono qui per scelta e spesso viene a mancare anche la presenza dei familiari. A volte vedo perfino dell’astio nei rapporti e alla base ci sono quasi sempre ragioni economiche, anche nel momento della sofferenza e della morte, quando tutto dovrebbe cessare se non l’amore che abbiamo ricevuto dai genitori. Ma grazie a Dio le situazioni di questo tipo non sono frequenti».
Secondo lei perché accade questo?
«Non lo so… La realtà è che la forza della famiglia oggi è svuotata. Non dico completamente, perché ci sono ancora tante famiglie che vivono i rapporti tra loro con amore. Perché il valore più grande della vita è l’amore. Ma quando l’amore non c’è, la famiglia si svuota. Non è la predica di un prete che guarda al passato. Io guardo all’oggi. Non so se un giorno i ragazzi di adesso, mancando per molti la forza della famiglia, avranno il senso e il valore della vita. Se non hai l’affetto e il calore della famiglia, la gioia di amare e di essere amato, su che cosa poggi la tua esistenza? Quelli che stanno cercando di dare un senso alla vita, un valore, qualcosa per cui vivere, dove troveranno un’indicazione, un aiuto, un sostegno? Certo non da un predicatore, ma da un fratello che cammina insieme. Ma ognuno ha il proprio lavoro e la propria missione da compiere».
Don Alberico Alfonsi è uno dei 31 mila sacerdoti italiani – tra cui 200 missionari fidei donum – che si occupano di ragazzi, giovani, adulti anziani. Sono testimoni del Vangelo, che portano aiuto e speranza, senza dimenticare nessuno. Dedicandosi a tempo pieno ai luoghi in cui tutti noi possiamo sentirci accolti – come la casa di riposo in cui opera dal 2017 don Alfonsi – far vivere le nostre passioni e mettere in luce i nostri talenti. Il sostentamento dei sacerdoti non è più in carico allo Stato italiano dal 1990. Ora è affidato a quanti camminano insieme a loro e condividono il loro servizio. Ciascuno di noi può sostenere i sacerdoti con la propria firma – sulla dichiarazione dei redditi (tra aprile e settembre di ogni anno) – a favore dell’8 per mille alla Chiesa cattolica. Ma non solo: chi lo desidera, può effettuare una donazione liberale (scaricabile, poi, dalla dichiarazione dei redditi). Per tutti i dettagli di possono visitare i seguenti siti: 8xmille.it e unitineldono.it