Il mese di dicembre ben rappresenta quella sorta di limite ideale che, come ogni luogo di confine, ci consente di guardare al di qua e al di là, in questo caso alla fine di un anno che ormai ci apprestiamo a concludere e all’inizio del nuovo 2026.
Quello che va terminando è un anno in cui abbiamo provato, come Csv di Padova e Rovigo, a essere presenti sul territorio costruendo con le associazioni e con le amministrazioni comunali dei percorsi partecipati in grado di dare ampio respiro a tutto quell’impegno che con generosità, meticolosità e competenza il volontariato pone in essere nel suo agire quotidiano. Il percorso compiuto grazie a Solidaria a Rubano, Selvazzano Dentro e Adria aveva come obiettivo primario quello di supportare una costruzione di collaborazioni che aiutassero a essere sempre più una comunità di persone; è proprio il termine “comunità” che dobbiamo, ancor più oggi, trovare il coraggio di porre al centro del nostro operato, riconoscendoci reciprocamente quali soggetti fondamentali, ciascuno nel nostro ruolo e secondo la propria funzione, nella costruzione di una casa comune. Proprio per questo crediamo sia così importante mettere assieme, attorno a uno stesso tavolo, gli amministratori locali, le scuole, le associazioni, i volontari e tutto il terzo settore, il cui operato non è né può costituire un’alternativa a quella cura dei beni comuni che invece ci riguarda tutti e tutte.
Questa è la logica che da ormai più di un decennio ci vede impegnati nella promozione di un ampio programma formativo inserito nel contesto della scuola di formazione “Luciano Tavazza”, dedicata alla memoria di una persona che a buon diritto rientra nel pantheon di quei giganti sulle cui spalle dobbiamo appoggiarci se vogliano uscire dal limitato orizzonte del nostro sguardo.
La parola “formazione” racchiude in sé quel rimando al “dare forma”, al “plasmare” e quindi al “costruire” che ricorda a tutti noi come quel famoso “bello” che certamente salverà il mondo non può trovare casa senza solide fondamenta progettate per resistere a urti e imprevisti. In questo senso, la formazione cosiddetta “tecnica” è assolutamente imprescindibile dal nostro essere e dal nostro stare nel mondo secondo “scienza e coscienza” così come non possiamo mai dare per scontati, riducendoli a un mero tecnicismo, quei valori la cui difesa ci consente di non separare nel nostro agire i fini dai mezzi. In questo spirito, con il 2026 vorremmo provare a coinvolgere tanto i nuovi territori di Solidaria quanto tutte le associazioni delle nostre due province in occasioni di formazione rispondenti, con preciso taglio sartoriale, alle esigenze e alle urgenze che assieme individuiamo quali fondamentali per svolgere al meglio quel delicato compito che la normativa ci assegna, ma che è solo il nostro essere uomini e donne responsabili a permetterci di farcene carico.
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