Fatti
La ricchezza di diverse realtà. Il sindaco: «Come in una banda, la bellezza e l’armonia si raggiungono attraverso non un unico suono o strumento, ma nella molteplicità delle espressioni. E così è una comunità»
Poco meno di settemila abitanti, un capoluogo e due frazioni – Grumolo Pedemonte e Centrale. Dal 2014 il Comune di Zugliano è guidato dal sindaco Sandro Maculan: «Siamo una comunità coesa e solidale che mantiene ancora una dimensione umana. Una bella umanità, come mi piace definirla, che si esprime nella prossimità coltivata nella vita quotidiana, nei piccoli gesti, nella solidarietà e nella presenza di una risorsa preziosa come il volontariato». In Consiglio comunale dal 2009, è al suo terzo mandato: «I cittadini hanno confermato la loro fiducia e ne sono onorato. Ma i risultati non sono merito mio, bensì di una squadra impegnata, che nutre passione politica. Ognuno di noi, con le proprie competenze, lavora per il bene comune».
Zugliano è una realtà piccola che negli ultimi anni ha visto l’arrivo di nuove famiglie e una natalità pressoché stabile. «Il calo più vistoso risale a quindici anni fa. Negli ultimi cinque, invece, i nuovi nati sono stabili: dai 40 ai 45 ogni anno. Sono cresciute le nuove famiglie e questo è un segnale che ci ha spinto a investire nel welfare, a partire dalle politiche per l’abitare». Tra le sfide più importanti gli investimenti nell’edilizia scolastica. Il 13 dicembre è stato inaugurato il nuovo asilo nido comunale realizzato con i fondi Pnrr, costo 1,2 milioni di euro. La struttura aprirà i battenti il prossimo 7 gennaio: «Questo traguardo è il risultato di un lavoro che ha visto collaborare insieme più realtà: l’amministrazione e gli uffici comunali, le educatrici e tutte le maestranze. Abbiamo cercato di creare un luogo sicuro e stimolante, un punto di riferimento per le famiglie, un laboratorio di esperienze per i più piccoli. L’asilo potrà accogliere dai 35 ai 42 bambini». Altri due importanti interventi riguardano le scuole: «Il primo riguarda la scuola secondaria di primo grado Galilei, rimessa a nuovo dal punto di vista sismico ed energetico. Il secondo, il più corposo, rappresenta una delle nostre sfide per il futuro: la realizzazione della nuova scuola primaria Fabbris nel capoluogo. La concretizzazione, per un investimento di 5,2 milioni di euro, è possibile grazie ai fondi Pnrr “Scuola sicura”. Zugliano è uno dei 216 istituti in tutta Italia ammessi al fondo».
Non manca l’attenzione agli anziani. Tra le realtà più attive il Centro aggregazione che di recente ha fatto il bis: presente nel capoluogo, grazie all’aiuto di una cooperativa sociale, è stato aperto anche nella frazione di Grumolo. «I nostri anziani si ritrovano il giovedì nel centro del capoluogo e il martedì a Grumolo per momenti di incontro e dialogo che fanno bene prima di tutto ai nostri “saggi” e, di riflesso, all’intera comunità». Maculan è stato tra i sindaci e assessori che, lo scorso novembre, ha accolto l’invito di Operazione Colomba a recarsi a Masafer Yatta, regione nel sud di Hebron, in Cisgiordania, per un viaggio di testimonianza e ascolto. Nelle prossime settimane porterà il suo racconto in alcune scuole: «Un’esperienza forte che, con i colleghi, stiamo restituendo per far conoscere e tenere alta l’attenzione su quanto accade nel mondo». Nella vita di tutti i giorni, Maculan insegna musica ed è direttore del Corpo bandistico di Centrale: «La banda è un esempio straordinario di come bellezza e armonia si raggiungano attraverso non un unico suono o strumento, ma nella molteplicità delle espressioni. La forza di ogni comunità sta nella ricchezza delle diverse realtà».
Il parroco: «Crescere come comunità di fede significa anche superare i confini territoriali. Nel rispetto delle peculiarità di ciascuno si arricchiscono, così, tutte le realtà coinvolte»
Una comunità pastorale, l’ultima in ordine alfabetico della Diocesi, che si fa in tre. Composta dalle parrocchie di Zugliano, Grumolo Pedemonte e Centrale, da sei anni è guidata da don Mauro Ferraretto, con un collaboratore pastorale, don Tarcisio Favaron.
«Sono tre realtà vivaci e con tradizioni ben radicate, che si uniscono maggiormente nei periodi forti, in occasione di feste patronali o eventi rilevanti – spiega il parroco – Come emerso dal recente incontro dei tre Consigli pastorali, la Chiesa sta attraversando un momento di transizione: si passa da un cristianesimo di tradizione a un cristianesimo di convinzione, vissuto quindi da una minoranza e, in alcuni casi, in modo individuale. Lo svuotamento delle chiese è una realtà ben nota a tutte le parrocchie, e anche la nostra non fa eccezione. Tuttavia, il lavoro e l’impegno dei Consigli pastorali, dei gruppi dei vari ambiti, dei volontari, degli educatori e degli animatori dimostrano quanto sia forte il desiderio e la volontà di intercettare quelle persone che cercano una via per vivere la propria fede con uno spirito rinnovato».
Le tre parrocchie con i rispettivi Consigli pastorali parrocchiali e Consigli di gestione economica si incontrano un paio di volte all’anno, per momenti di riflessione, condivisione e programmazione comune, alla luce delle indicazioni diocesane post-sinodali.
«Crescere come comunità di fede significa, prima di tutto, superare i confini territoriali. E sono proprio i tempi forti, i momenti di devozione popolare, le sollecitazioni della Diocesi e le nuove iniziative pastorali, nate dall’osservazione del contesto delle comunità, a diventare a loro volta, occasioni di evangelizzazione, condivisione e crescita – prosegue don Mauro – Esperienze che rispettano le peculiarità di ciascuno e, al tempo stesso, arricchiscono tutte le comunità coinvolte. Questa collaborazione nasce dalla ricerca di un dialogo continuo e dalla volontà di costruire una rete relazionale sempre più estesa».
Una rete e un dialogo tessuti anche con le tante realtà del territorio, Comune incluso. «Abbiamo un buon rapporto di collaborazione, sia nelle manifestazioni pubbliche in cui è richiesta la presenza di un presbitero per una benedizione o per condividere un’iniziativa, come la recente “Bagliori di pace”, sia nelle occasioni in cui il Comune mette a disposizione della parrocchia volontari e Protezione civile. Vengono condivisi anche alcuni spazi comuni: il campetto da calcio del Circolo Noi, recentemente rinnovato anche grazie a un finanziamento comunale, è utilizzato sia dai giovani che frequentano il circolo sia, in base a una convenzione, dalle scuole comunali. La Caritas parrocchiale, attraverso il Centro di ascolto, collabora in modo costante con l’assessorato ai servizi sociali, rappresentando un importante punto di riferimento per le situazioni di fragilità».
Una delle principali preoccupazioni condivise riguarda alcune condizioni di disagio e difficoltà giovanili presenti nel territorio, monitorate stabilmente dall’amministrazione comunale: «Nei prossimi mesi si valuterà una possibile collaborazione tra servizi sociali, parrocchia ed educatori della cooperativa Radicà di Calvene».
Fondamentale diventa, allora, il ruolo dei laici. «Stiamo attraversando un processo intenso di maturazione della loro identità e ruolo nella vita parrocchiale. Un cammino che procede parallelamente a quello dei presbiteri, chiamati a prendersi cura di più comunità. In questo scenario, la responsabilità dell’evangelizzazione necessita sempre più di essere condivisa».