Chiesa
Non una nuova fase organizzativa, ma un passaggio di qualità nel modo di essere Chiesa. Il biennio 2025-2027 segna per la diocesi di Mantova l’ingresso nella fase della recezione coordinata del Cammino sinodale, chiamata a trasformare intuizioni e processi in prassi condivise. “È un’occasione per accogliere le prospettive della Chiesa universale, italiana e diocesana, valorizzando i passi fatti finora e garantendo coerenza e continuità”, spiega il vescovo mons. Marco Busca. Non si tratta di aggiungere attività, ma di assimilare un metodo. “Veniamo da un biennio formativo centrato sulla Parola e sulla Liturgia – osserva – con percorsi form-attivi che hanno aiutato le comunità a individuare facilitatori perché la Bibbia potesse innervare tutta l’azione pastorale e la liturgia fosse davvero capace di dare forma alla comunità che celebra e si riconosce come assemblea credente”. Da qui una svolta esplicita: “Da una pastorale delle attività parrocchiali, centrata su programmazione e organizzazione, stiamo traghettando verso una pastorale generativa di credenti, non solo creativa di eventi”. In questo orizzonte, le Unità pastorali, pur nella diversità delle storie e dei contesti, restano ancorate all’essenziale: “La missione di far incontrare Cristo”, accogliendo il cambiamento come opportunità e non come perdita.
Dal senso di scarsità a uno sguardo vocazionale
Il riferimento evangelico dei cinque pani e due pesci diventa per mons. Busca una chiave di lettura del presente ecclesiale. “Oggi è diffusa la sensazione di scarsità di risorse pastorali, di assemblee diminuite, di nostalgie e di senso di irrilevanza”. Ma il vescovo invita a non fermarsi a questa percezione: “Non sono convinto che manchi la fame di Vangelo. Esiste ancora una ricerca interiore, una sensibilità per una spiritualità esistenziale, anche se spesso relegata alla sfera privata”. Da qui la necessità di uno sguardo più ampio: “L’occhio conta quelli che vede, il cuore dei pastori e dei cristiani animati da spirito missionario vede quelli che mancano”.
La conversione pastorale richiesta è dunque anche conversione di mentalità: “Promuovere una pastorale vocazionale a tutto tondo per intercettare carismi, risorse e ministeri che spesso si trovano in un cerchio più largo rispetto a quello consueto”. In questa prospettiva, anche le crisi possono diventare occasione: “Certe situazioni di pochezza possono trasformarsi in uno ‘stato nascente’. È lo stile di Dio: con poco fa tanto”.
Delegati, equipe e recezione reale
In questo orizzonte si colloca l’introduzione dei Delegati diocesani per la recezione coordinata e il rafforzamento delle Equipe di comunione. “Non sono funzionari, ma facilitatori”, chiarisce mons. Busca: “Aiutano le comunità a leggere la realtà con spirito di discernimento, sollecitano i passaggi necessari e accompagnano le verifiche, senza sostituirsi alle responsabilità dirette delle comunità”. Ogni Unità pastorale ne avrà due, laici e presbiteri o religiosi, chiamati a lavorare accanto ai Moderatori e alle Equipe di comunione, e coinvolti anche nei Tavoli pastorali diocesani.
Il metodo resta decisivo: “Le decisioni pastorali nascono dall’ascolto condiviso, dal confronto comunitario e da una spiritualità di comunione”.
Guardando alla fine del biennio, il vescovo parla di una “recezione reale” dei percorsi avviati, capace di incidere nella vita concreta delle comunità e di dare impulso alla missione evangelica, anche attraverso un maggiore coinvolgimento dei giovani: “Non come esecutori di un canovaccio scritto dagli adulti, ma come protagonisti, in forza delle loro intuizioni sul futuro della Chiesa”. Senza nascondere le difficoltà: “Il cambiamento non è spontaneo, incontra resistenze ideologiche, inerzie generazionali e criticità reali”. Ma il punto decisivo resta un altro: “A poco servirebbe cambiare strutture e organizzazioni se non per favorire un rinnovamento delle mentalità e delle motivazioni spirituali”. La sfida, conclude, è quella di una Chiesa che “si ripropone oggi non per conservare, ma per generare, anche là dove la memoria cristiana sembra affievolirsi”.