Fatti
Di fronte agli 8.271 spettatori, con oltre 1.300 tifosi ospiti, il Padova chiude il 2025 tra le mura amiche con un pareggio che porta a quattro i risultati utili consecutivi e che, soprattutto, conferma come questa squadra sia capace, a tratti, di incantare con belle giocate, tenendo testa a una formazione che, sulla carta, può contare su giocatori dal curriculum di assoluto rilievo.
LA CRONACA
In un pomeriggio soleggiato, con il campo in perfette condizioni, il Padova scende in campo nell’ultima partita casalinga dell’anno, con la formazione preannunciata alla vigilia, con Sorrentino in porta, la difesa a tre con Faedo, Sgarbi e Perrotta, Crisetig in cabina di regia, Fusi e Varas ai lati, Barreca sulla fascia sinistra, Capelli sulla fascia destra, il Papu Gomez e Bortolussi in attacco, confermando come modulo l’ormai consueto 3-5-2. La Sampdoria risponde con lo stesso modulo, con Ghidotti in porta, in difesa Venuti, Abildgaard e Hadzikadunic, a centrocampo Depaoli, Conti, Henderson, Barak, Ioannou; in attacco spazio al duo Pafundi-Coda.
Parte con buon ritmo la sfida all’Euganeo, con la Sampdoria che dà il via alle ostilità e prova subito a prendere campo. Al 4’ arriva il primo calcio d’angolo per i blucerchiati: schema dalla bandierina e conclusione dal limite di Henderson, che però alza troppo la mira. Gli ospiti insistono ancora su palla inattiva pochi minuti dopo, mentre il Padova fatica inizialmente a uscire con continuità. All’8’ si accende il talento del Papu Gomez: riceve palla sulla trequarti, avanza per una quarantina di metri superando un avversario e lascia partire un sinistro che sorvola di poco la traversa. È il primo vero segnale del Padova, che al 10’ si rende di nuovo pericoloso sugli sviluppi del suo primo corner: la difesa della Samp respinge corto, Fusi raccoglie e prova la conclusione dalla distanza, sfiorando l’incrocio dei pali. La gara si accende e il Padova prende fiducia, costruendo una lunga azione offensiva al 13’, ben contenuta però dalla retroguardia ospite. I biancoscudati continuano a spingere, soprattutto sulla sinistra: al 16’ Gomez tenta un cross d’esterno per Bortolussi, ma la Sampdoria chiude ancora con ordine. Al 19’ arriva però la svolta del primo tempo. Su una ripartenza veloce, Depaoli lancia in profondità Coda che entra in area, salta Faedo e con il destro insacca sotto l’incrocio, battendo l’incolpevole Sorrentino. È l’1-0 Sampdoria, maturato nel momento di maggiore pressione del Padova. Il gol non spegne la partita. Al 22’ gioco fermo per uno scontro a centrocampo che lascia a terra Bortolussi, poi in grado di rientrare. La Sampdoria torna a farsi vedere sulla sinistra e conquista un altro corner, mentre al 24’ Henderson viene ammonito per aver ritardato la ripresa del gioco. Al 28’ il Padova va vicino al pareggio: Fusi crossa con precisione dalla destra, Capelli si tuffa di testa ma non riesce a indirizzare il pallone verso la porta. Due minuti più tardi è ancora Coda a rendersi pericoloso: un rimpallo favorisce la sua conclusione ravvicinata, Sorrentino è reattivo e si rifugia in angolo. La Sampdoria dà l’impressione di poter colpire ancora. Al 34’ Coda colpisce il palo al termine di una grande iniziativa personale, ma l’azione viene fermata per fuorigioco. Poco dopo viene annullato anche un gol a Depaoli, ancora per posizione irregolare. Nel finale di tempo il Padova prova a riorganizzarsi. Al 39’ nasce un’ottima azione manovrata: scambio sulla destra, Barreca crossa di prima e Bortolussi impatta di testa, ma manda alto sopra la traversa. È l’ultima vera occasione di un primo tempo combattuto, che si chiude dopo un minuto di recupero con la Sampdoria avanti di una rete.
La ripresa si apre con due cambi nella Sampdoria: fuori Pafundi e Conti, dentro Benedetti e Cherubini, a conferma della volontà degli ospiti di dare maggiore equilibrio e freschezza alla manovra. Il Padova, però, rientra in campo con atteggiamento deciso e prova subito ad alzare il baricentro. Al 50’ la Sampdoria va vicinissima al raddoppio. Prima Faedo è provvidenziale nel chiudere su Coda lanciato a rete, poi Sorrentino si supera con un doppio intervento straordinario: respinge la conclusione di Barak dal limite e, sulla ribattuta, mura anche Ioannou da distanza ravvicinata, tenendo in vita i biancoscudati. Scampato il pericolo, il Padova cresce. Al 54’ nasce una delle azioni più pulite della gara: Fusi recupera palla con tempismo, Varas conduce e serve Bortolussi in area, che appoggia per Gomez. Il sinistro del numero 10 però si alza sopra la traversa. Al 56’ Andreoletti inserisce Seghetti al posto di Crisetig, cercando maggiore presenza negli ultimi metri. La partita resta intensa e spezzettata, con un lungo stop al 58’ per uno scontro tra Fusi e Hadzikadunic. Il Padova continua comunque a spingere: al 62’ corner battuto corto da Gomez, la Samp recupera ma non riesce a rendersi pericolosa in ripartenza. Il forcing biancoscudato trova finalmente sfogo al 65’. Dopo un’azione insistita, Varas mette un pallone invitante in area: Bortolussi prova a coordinarsi, ma prima che possa calciare arriva Fusi che, con un sinistro preciso, infila il pallone all’angolino. È l’1-1 che fa esplodere l’Euganeo e premia la pressione costante del Padova. La Sampdoria prova a riorganizzarsi con l’ingresso di Ferrari per Venuti, mentre Gomez viene ammonito al 67’ per un intervento su Cherubini. Al 72’ esce anche Coda, autore del gol del vantaggio, sostituito da Cuni. Il Padova invece sente il momento favorevole e continua a spingere: al 73’ Gomez riceve in area e calcia di sinistro, il pallone esce di pochissimo alla sinistra della porta difesa da Ghidotti. Andreoletti ridisegna l’assetto al 74’, inserendo Ghiglione e Baselli per Bortolussi e Barreca. I biancoscudati restano pericolosi, soprattutto grazie alle giocate del Papu: al 78’ un colpo di tacco libera Varas, ma l’azione sfuma prima della conclusione. Poco dopo, al 79’, finiscono anche le energie di Gomez e Fusi, sostituiti da Buonaiuto e Di Maggio. Nel finale la Sampdoria prova a rialzare la testa, inserendo Pedrola per Barak e guadagnando una punizione dai 25 metri all’83’, ben difesa dal Padova. All’86’ è ancora il Padova a rendersi pericoloso: Ghiglione crossa, Seghetti colpisce di testa ma Ghidotti blocca senza problemi. Gli ultimi minuti scorrono senza vere occasioni: un corner sprecato dalla Sampdoria all’89’ e qualche tentativo di ripartenza dei biancoscudati non portano a ulteriori sviluppi. Dopo quattro minuti di recupero, il secondo tempo si chiude con un Padova cresciuto nella ripresa e capace di rimettere in equilibrio una gara che sembrava indirizzata.
LE PAROLE POST PARTITA
Nel dopo partita Andreoletti analizza la gara partendo dal risultato, che ritiene pienamente coerente con quanto visto in campo: «Per quello che si è visto il pareggio è giusto. È vero che, una volta andati sotto, abbiamo spinto e creato i presupposti prima per pareggiarla e poi anche per provare a vincerla, ma sono partite in cui la voglia di vincere non deve mai portarti a sbilanciarti». Il tecnico biancoscudato insiste sul valore dell’avversario e sulla gestione dei momenti della gara: «Stiamo parlando di una squadra che individualmente non è seconda a quasi nessuno in questa categoria. Basta concedere mezzo uno contro uno e ti puniscono. Per questo portare a casa un punto contro una squadra così è assolutamente importante».

Soffermandosi sulle scelte tattiche della ripresa, Andreoletti chiarisce il passaggio al 3-4-1-2 e il successivo ritorno all’equilibrio: «Non è mai stata l’idea di accontentarsi del pareggio. Abbiamo provato a vincerla, ma in quel momento stavamo concedendo qualche ripartenza di troppo. In queste partite è fondamentale mantenere equilibrio: è importante vincere, ma è ancora più importante non perdere». Una gestione lucida, maturata anche grazie alla crescita del gruppo: «Queste gare ti insegnano che non puoi pensare di dominarle per novanta minuti. Serve pazienza, serve intelligenza». C’è poi spazio per una riflessione più personale, che racconta meglio di qualsiasi analisi il percorso vissuto negli ultimi anni: «Fino a poco tempo fa la Sampdoria la affrontavo su Football Manager, oggi me la trovo davanti per davvero. Giocare su questi palcoscenici è bellissimo». Ma l’orgoglio più grande, sottolinea, va oltre il prestigio dell’avversario: «Sapere da dove siamo partiti e vedere oggi lo stadio pieno, una città e una tifoseria così unite attorno alla squadra, è la soddisfazione più grande. All’inizio c’erano mille spettatori, contestazioni, difficoltà. Oggi c’è un clima straordinario». Andreoletti non rinuncia all’autocritica, soprattutto sul piano tecnico: «Possiamo e dobbiamo crescere nella qualità, nei passaggi, nei controlli, nella costruzione dal basso. Oggi da dietro abbiamo sbagliato più del solito». Ma il concetto chiave resta l’identità: «Non dobbiamo snaturarci. Questa squadra deve rimanere umile, capace di soffrire, con un’identità chiara. Se perdiamo quella, rischiamo di non essere né carne né pesce».nInfine, un passaggio emblematico su Papu Gomez, simbolo della mentalità che il tecnico pretende dai suoi: «L’occasione sbagliata pesa, è normale, ma io sono molto più orgoglioso della rincorsa di cinquanta metri che ha fatto per salvare un gol. Quello spirito dice tutto su che tipo di squadra vogliamo essere».
Ai microfoni è intervenuto anche Pietro Fusi, autore della rete del pareggio, che vive una serata da ricordare, impreziosita dal primo gol in Serie B e da una prestazione di sostanza e personalità. «Sono contentissimo – racconta – quando sono arrivato a Padova venivo da una retrocessione, oggi pensare di essere in Serie B e di dare un contributo così importante alla squadra con un gol determinante per il pareggio è qualcosa che porterò sempre con me». Un’emozione doppia, che il centrocampista biancoscudato dedica a chi lo ha accompagnato nei primi passi: «La dedica è per Viola, come sempre, ma soprattutto per mio nonno Umberto, che mi portava agli allenamenti quando ero piccolo e mi diceva che sarei arrivato in Serie B».

Fusi sottolinea anche il valore del risultato e della prestazione collettiva: «Nel secondo tempo abbiamo fatto il gioco che voleva il mister e forse potevamo anche fare qualcosa in più, ma l’importante era non perdere. Questa squadra non molla mai». Infine, uno sguardo allo spogliatoio, vero punto di forza del Padova: «Siamo un gruppo molto unito, non solo compagni ma amici. Ci aiutiamo tutti, facciamo sempre qualcosa in più per il compagno: è questo che ci permette di coinvolgere tutti e di crescere partita dopo partita».
Ora testa al Palermo sabato 27 dicembre alle ore 17:15, ma intanto il Padova può passare un Natale sereno, consapevole di non mollare mai.