Storie
Cooperativa San Matteo e San Luigi in Altopiano. Un “noi” lungo 40 anni
Per Tiberio «è un luogo dove si creano legami sinceri, si impara il rispetto per l’altro...
Per Tiberio «è un luogo dove si creano legami sinceri, si impara il rispetto per l’altro...
Anche il mangiare in compagnia aiuta l’educazione, qui è impossibile sentirsi soli. La condivisione credo sia la parola più adatta, qui è alla base di tutto». Per Alice è l’occasione per «sperimentare tante attività nuove che altrimenti non farei, come piscina, didattica, cucina…». A Matteo piace molto partecipare a tutte le attività, «soprattutto perché sono con i miei amici e mi piace stare in compagnia». Roselide è «affezionatissima alla cooperativa. Qui posso cucire, cucinare, colorare la ceramica. Le gite con i miei compagni sono interessanti e divertenti, per me sono tutti una grande famiglia». La cooperativa in questione è “la” San Matteo e San Luigi dell’Altopiano dei Sette Comuni, che da quarant’anni “cammina” insieme alle persone con disabilità. Le testimonianze di Tiberio, Alice, Matteo, Roselide… ma anche di Fiorella, Michele, Laura, Stella, Claudio, Roberto e di molti altri “ragazzi” sono contenute nel volume NOI al CENTRO. 40 anni della Cooperativa Sociale S. Matteo e S. Luigi 1984-2024, che verrà presentato durante una serata di festa, venerdì 15 novembre, al teatro Millepini di Asiago (ore 20.30). «Questo libro – si legge nell’introduzione – illustra le tappe fondamentali della vita della cooperativa e dà voce ai protagonisti: operatori, “ragazzi”, consiglieri, genitori, familiari. Lo dedichiamo con immensa gratitudine a don Antonio Bortoli, indimenticato parroco di Asiago, dalla cui creativa carità ha avuto origine la cooperativa e ai “ragazzi” del centro che non sono più con noi».
Quando tutto ha avuto inizio… La cooperativa San Matteo e San Luigi festeggia i quarant’anni, ma il primo “germoglio” va rintracciato dieci anni prima. «Tutto è nato da un’intuizione di don Antonio Bortoli, parroco di Asiago dal 1971 al 2006 – racconta Francesco Tognon, attuale presidente – Chi l’ha conosciuto, sa che era il sacerdote della carità, delle utopie, del guardare lontano, oltre gli ostacoli, capace di cogliere i bisogni delle persone più fragili. Aveva una grande fede e una incrollabile fiducia nella Provvidenza». Natale 1974. Don Antonio apre le porte della canonica a un gruppo di ragazzi e adulti con disabilità: vengono dal Veneto, dal Friuli, dalla Lombardia. Il suo “gancio” è Federico Milcovich, fondatore nell’agosto 1961 dell’Unione italiana lotta alla distrofia muscolare. Allo stesso tempo, don Antonio coinvolge un gruppo di giovani di Asiago. E così, nello stile della fraternità, vivono insieme il Natale. Quell’esperienza, che si è ripetuta più volte, porta a un’altra tappa importante “datata” 1981, anno internazionale delle persone disabili. «La situazione in Altopiano era quella della maggioranza dei Comuni italiani – spiega il libro per i quarant’anni – La disabilità, al termine della scuola, era gestita in solitudine dalle famiglie. I figli restavano in casa, accuditi solo dall’amore dei genitori e dei familiari, spesso vissuti come una “vergogna”. In questo contesto don Antonio Bortoli si interroga su cosa la sua comunità può fare per queste persone. Non ha dubbi, la via maestra è dare loro dignità attraverso il lavoro ed è per questo che pensa di avviare un Centro di formazione professionale per invalidi civili». Il 15 ottobre 1981, il centro apre nei locali adiacenti la canonica: 15 i ragazzi che lo frequentano, tre gli operatori e un maestro. «Quel primo gruppo – ricorda Tognon, che era “quel” maestro – si è formato andando in giro per le famiglie dell’Altopiano a presentare questa nuova opportunità. Era una rivoluzione per quei tempi». «Molti genitori non accettano la proposta – racconta il libro – non riescono a immaginare uno spazio diverso dai muri casalinghi per i loro figli; altri con titubanza si fidano degli educatori, per altri invece è la soluzione che tanto avevano sperato per i propri ragazzi». Nel 1984, a giugno, i ragazzi del centro sostengono gli esami finali. «L’anno prossimo altri termineranno il corso – scrivono gli operatori del Centro di formazione sul numero di settembre 1984 del periodico Asiago ieri, oggi e domani – mentre quelli che lo hanno appena concluso se, nel frattempo, non riusciranno a inserirsi nel mondo lavorativo, inizieranno a lavorare in una cooperativa che abbiamo intenzione di costituire»
Nasce la cooperativa Il 30 ottobre 1984 sono in 16, davanti al notaio, a dare vita alla cooperativa. La “battezzano” con il nome del patrono di Asiago, san Matteo, e nell’atto costitutivo ne indicano la strada: «Svolgere in modo organizzato attività varie finalizzate al recupero, alla riabilitazione e alla qualificazione professionale nonché all’inserimento sociale e/o lavorativo di persone che si trovino in stato di bisogno, handicap o emarginazione». I ragazzi che hanno terminato il corso di formazione professionale, che viene chiuso definitivamente nel 1985, sono i primi a far parte della cooperativa. «Oggi – spiega Tognon – gli ospiti accolti dal centro diurno sono 27 e hanno dai 19 ai 64 anni. Provengono da tutto l’Altopiano dei Sette Comuni – è stato così fin dall’inizio – e presentano fragilità molto diverse. Così come sono diversi i laboratori e le attività proposte – curate da dieci operatori, tre educatori e una coordinatrice – perché ciascuno possa trovare il suo spazio, coltivare le proprie abilità e mantenerle. Per ognuno di loro viene costruito un “progetto di vita” personalizzato».
Aperture e sfide Lo sguardo della cooperativa San Matteo e San Luigi è sempre stato all’esterno e al futuro. Ora, su questo “orizzonte”, c’è anche la nuova sede. Nel 2000, causa spazi insufficienti, è stato necessario ristrutturare quella “storica” accanto alla canonica di Asiago. La cooperativa però è cresciuta, e così le sue attività, tanto che nel 2021 è stato acquisito un immobile a Gallio e a settembre 2024 è stato approvato un progetto di ristrutturazione. Ma l’apertura a nuove progettualità non finisce qui. «Per far incontrare la cooperativa con la comunità dell’Altopiano abbiamo attivato al venerdì uno dei laboratori, normalmente svolto in sede, nei locali del Gruppo missionario in via IV Novembre, il corso centrale di Asiago». «È diventato per noi un luogo strategico che ci dà visibilità – si legge nel libro del 40° – ma soprattutto ci permette di uscire ed essere presenti nel territorio». Un altro importante sguardo al futuro riguarda la “Casa delle autonomie”: nella canonica di Camporovere, dal giugno 2023 «è iniziato un progetto di autonomia, un primo passo verso il “dopo di noi”. Ogni settimana un gruppo di 4-5 ospiti con gli operatori vive una giornata insieme programmandone le varie fasi. Sono scene di vita quotidiana pensate per un’autonomia abitativa di chi frequenta la cooperativa».
La cooperativa San Matteo e San Luigi può essere conosciuta, oltre che sfogliando il libro realizzato per i quarant’anni, anche visitando la mostra, inaugurata il 30 ottobre – giorno in cui, nel 1984, è iniziata l’“avventura” – presso la sala della Reggenza dell’Unione montana, in viale Stazione 1 ad Asiago. Oltre alla storia della cooperativa, sono esposte anche le creazioni dei laboratori del centro diurno: ceramica, carta riciclata, lavori con il legno, cucito… La mostra rimarrà aperta fino al 17 novembre. Le creazioni dei “ragazzi” che frequentano il centro diurno sono inoltre esposte, grazie alla collaborazione della Confcommercio, presso trenta attività commerciali del territorio.
Nel 2005 c’è stato l’“incontro” con la cooperativa sociale San Luigi di Tresché Conca, che – dopo una lunga e radicata esperienza come cooperativa di consumo – ha scelto di darsi un’altra “forma”. E così è nata la cooperativa sociale San Matteo e San Luigi. Info: cooperativasanmatteosanluigi.it