Sulla strage in Nuova Zelanda: cercare una via personale e comunitaria di conversione

La viltà degli assalitori è somma: aggredire persone inermi e in preghiera. Non importa in quale “tipo” di preghiera pur che, in questo caso, preghiera sia. Il duello almeno mette a confronto due contendenti, ad armi pari. L’odio invece prevale e trama con violenza dinanzi agli inermi, a chi non si attende un assalto e quindi non può reagire. Esiste un antidoto, una terapia che possa guarire il ghigno degli assalitori, fare breccia in loro e riportarli a pensieri che non siano tenebrosi? Quali esperienze di sofferenza hanno segnato la loro vita? Quali nodi irrisolti li portano a colpire?