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Medici con l’Africa Cuamm. Non possiamo voltare le spalle all’Africa
Medici con l’Africa Cuamm. Giovanni Putoto: «Non sappiamo nulla di ciò che accade, le conseguenze del Covid nel continente rischiano di essere molto più pesanti»
IdeeMedici con l’Africa Cuamm. Giovanni Putoto: «Non sappiamo nulla di ciò che accade, le conseguenze del Covid nel continente rischiano di essere molto più pesanti»
Volgere lo sguardo all’Africa. Un atto di coraggio, oggi. Lo ammette lo stesso direttore di Medici con l’Africa Cuamm, don Dante Carraro. Il Covid ha risucchiato tutti i pensieri di singoli e istituzioni – salute, lavoro, coesione sociale minacciata da un’opinione pubblica sempre più polarizzata. Eppure l’ong padovana, ne è convinta: questo è il momento di “Ripartire”, serve “un nuovo slancio tra Africa e Italia”, come dice il titolo dell’Annual meeting in programma per sabato 13 novembre al Gran Teatro Geox di Padova. L’Africa ha tanti problemi. Non solo, l’impatto di Covid-19 sarà molto più forte che da noi, nel medio lungo periodo. Ma l’Africa ha anche risorse immense che non possiamo permetterci di sprecare. «La verità è che solo pochissimi sono a conoscenza della posta in gioco in questo momento in Africa – riflette Giovanni Putoto, medico, responsabile della programmazione di Medici con l’Africa Cuamm – I dati ci dicono che la mortalità è molto bassa, attorno al 3-4 per cento dei casi. Ma i numeri vanno letti correttamente. In Italia, il 3 novembre sono stati eseguiti quasi 700 mila tamponi, in Sud Sudan, da inizio pandemia a oggi, ne sono stati effettuati 230 mila…
Il sistema italiano di registrazione delle morti basato sull’Inps è presente, in forme paragonabili, solo in sette o otto Paesi africani: a oggi si parla di 214 mila morti per Covid in Africa, ma ci sono sistemi indiretti di calcolo che raccontano altre verità, come in Sud Africa, dove risultano 60 mila morti ufficiali, ma nell’ultimo anno si è registrato un eccesso di 266 mila morti». Ma non è solo una questione di cifre. Per il Cuamm, il Covid rappresenta una replica della pandemia da Ebola del 2017, per questo i medici hanno ben presenti gli effetti collegati all’emergenza: meno parti sicuri, meno vaccinazioni infantili, meno trattamenti su malati di Aids, tubercolosi, malaria. Ci sarà un aumento della mortalità e i fragili sistemi sanitari sono al collasso, basta verificare il grado di stress a cui sono sottoposti quelli avanzati dell’Occidente. «L’accaparramento di vaccini anti-Covid da parte dei Paesi ricchi ha prodotto uno scarno 5 per cento di africani vaccinati – riprende Putoto – Le azioni a sostegno dell’economia messe in campo dai membri del G7 o del G20 non sono replicabili in Africa: mancano le risorse e i bilanci degli stati sono vincolati dal debito storico. Studi della Banca mondiale parlano di 150 milioni di africani in più in povertà assoluta nei prossimi anni e di 250 milioni a rischio fame: avanti di questo passo, la pagheranno i bambini, in termini di mortalità, da qui al 2050». D’altro canto, c’è molto che possiamo imparare dall’Africa, come recita il titolo dell’ultimo libro di don Carraro. «Anzitutto l’atteggiamento – conferma Giovanni Putoto – Il nostro pessimismo lamentoso in Africa si scontra con il sorriso che sboccia appena un piccolo problema viene risolto. Lì ci sono giovani che desiderano ardentemente essere protagonisti della propria vita, serve attenzione massima per orientarli e generare ponti con i nostri giovani. E poi c’è lo spirito di comunità, l’aiuto spontaneo che la gente si offre nei villaggi, e questo ci insegna che fare rete, coinvolgere la popolazione per fare molto con poco: i problemi della vita non si affrontano da soli, ciò che accade invece qui da noi, dove amplissime fette di popolazioni vive in famiglie composte da una persona e nascono gli assessorati alla solitudine, come si vede a Villa del Conte, Montegalda e Povegliano Veronese per rimanere in Veneto, ma nel Regno Unito c’è un ministero dedicato». Per tutto questo: «Non possiamo concentrarci solo su di noi. Per ragioni etiche, certo, ma anche perché, molto semplicemente, se non risolviamo la situazione africana la sicurezza sanitaria globale rimarrà incerta». Il Cuamm si rivolge alla politica, perché le vaccinazioni procedano e non vengano meno i servizi essenziali alle mamme e ai bambini: «Occorre uno sguardo lungo, la solidarietà deve basarsi su un’intelligenza pratica, che comprenda che lo sviluppo di una parte del mondo dipende dallo sviluppo di tutte le altre».
“Ripartire. Un nuovo slancio tra Africa e Italia” è il titolo dell’Annual meeting in programma sabato 13 novembre al Gran Teatro Geox di Padova (iscrizioni su mediciconlafrica. org). In dieci anni, 15 mila presenze, cinque dirette televisive, due presidenti della Repubblica come ospiti. Quest’anno ci saranno Paolo Gentiloni, Luigi Di Maio, Romano Prodi, Mogol, Mariella Enoch, un video mesaggio di Anthony Fauci e tanti altri amici dell’ong.