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Antonio Santocono, Presidente della Camera di commercio di Padova: “La ripartenza fa rima con lungimiranza”
Nuove startup e più giorni di produzione assicurata. Le imprese venete hanno reagito alla crisi, trasformandosi
IdeeNuove startup e più giorni di produzione assicurata. Le imprese venete hanno reagito alla crisi, trasformandosi
Lì in cielo ci sono delle nuvole, non sono scure, scurissime, ma possono essere minacciose. Con quest’immagine, Antonio Santocono, presidente della Camera di commercio di Padova, inquadra lo scenario produttivo veneto nel prossimo futuro. Nonostante gli scenari, però, la fiducia degli imprenditori in questi primi mesi di2022 è positiva, grazie anche all’allungamento del portafoglio ordini. Cosa significa? Nel primo trimestre 2019, il comparto manifatturiero aveva, mediamente, 51 giorni di produzione assicurati, equivalenti a un orizzonte temporale di circa tre mesi e mezzo di lavoro. Oggi l’indicatore è salito a 76 giorni, dilatando i tempi di quasi un altro mese. «Lo stato di salute del nostro territorio è sicuramente buono anche perché il Veneto è la Regione italiana con la crescitadi Pil più alta al pari dell’occupazione. Significa avere continuità e dovrebbe prefigurare grandi opportunità per il sistema delle imprese. Dovrebbe perché la guerra in Ucraina sta generando incertezze su tutto il fronte economico per le ragioni che ben sappiamo: rincari energetici e scarsità di materie prime. Le imprese però già durante i due anni di pandemia e lockdown avevano capito che il mondo sarebbe cambiato e con esso anche l’economia e quindi si sono attrezzate, dimostrando resilienza e voglia di trasformarsi, sia a livello di governance ma anche con cambiamenti nei processi, nella tecnologia e nella digitalizzazione. Lungimiranza e resilienza».
Lo dicono alcuni numeri: negli ultimi quattro anni sono fiorite più di cento nuove startup consolidando la provincia di Padova come avamposto dell’innovazione a Nordest. Nel 2014, le startup iscritte alla Camera di commercio erano 74, oggi sono 332 e rappresentano un terzo di quelle attive in tutto il Veneto. Un serbatoio di idee effervescenti che sono e saranno senz’altro necessarie per accogliere i fondi derivanti dal Pnrr, pacchetti da maneggiare con cura per non farsi travolgere: «Il Pnrr è un ultimo treno e ci dobbiamo salire con consapevolezza. Il punto di forza, il segno di vera unità e presenza, è che l’Unione europea ha creato con questo strumento una coesione fra gli Stati. L’Ue non è più vista solo come norme e vincoli, ma è letteralmente un’unione degli Stati che, in momento di difficoltà, ha consegnato a noi i presupposti per rialzarci. Vero anche che è una montagna di denaro spendibile e concentrato su infrastrutture, transizione ambientale, recupero energetico e degli immobili abbandonati, portare al centro le periferie». Ma per Santocono, la preoccupazione sta nel vincolo con cui questi soldi ci vengono “consegnati”: «Dobbiamo parallelamente procedere con le riforme e, nonostante un Governo di unità nazionale, è sempre un terreno minato. Vuoi per la burocrazia, vuoi perché geneticamente facciamo difficoltà a modificare certi processi, soprattutto se è indispensabile farlo in tempi brevi, brevissimi. Sburocratizzare è il verbo: abbiamo progetti da completare entro il 2026, ma che si inceppano per cavilli burocratici, tra appalti bloccati e ricorsi. Sono problemi endemici: vogliamo pensare al mondo che verrà? Allora scrolliamoceli di dosso».
Mettiamo un secondo da parte i problemi e guardiamoci dentro, su qualcosa di buono emerso durante la pandemia e da portarci con noi. Chiesa, politica e volontariato, insieme per un sistema che ha soccorso chi era in difficoltà. Camminare assieme, proprio lo spirito del Sinodo: come si può ascoltare la voce d’aiuto del territorio? «Durante la difficoltà, abbiamo scoperto il valore dei corpi intermedi. Per il mondo delle imprese la stessa Camera di commercio è l’intermediario che sa dare risposta e soluzioni ai tanti dubbi. La Diocesi di Padova ha svolto un ruolo analogo perché l’uomo non si preoccupa solo dell’economia della propria azienda, ma anche della qualità del vivere, dei suoi cari, della salute, anche spirituale. Senso di appartenenza e un nuovo ordine prioritario sono le esigenze attuali dell’individuo: è qui che la Chiesa deve saper inserirsi, da qui deve dare nuove risposte. Deve esserci, insomma».
Nel primo trimestre del 2022 rallenta la crescita dei livelli produttivi dell’industria veneta, registrando un più 2,4 per cento rispetto al trimestre precedente. Il confronto su base annua fa registrare, invece, una variazione tendenziale del più 8,9 per cento.