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Fitte trame internazionali. La Russia… ingombrante
“Dio ti vede, Stalin no”. Fu uno degli slogan più in voga, durante la storica campagna elettorale del 1948, per convincere le masse popolari a non votare per i comunisti.
Idee“Dio ti vede, Stalin no”. Fu uno degli slogan più in voga, durante la storica campagna elettorale del 1948, per convincere le masse popolari a non votare per i comunisti.
Nel 2022, in vista del voto del 25 settembre, la questione russa torna a essere centrale. Da oltre vent’anni la Russia di Putin ha intuito l’importanza e la forza della “guerra grigia” condotta anche attraverso la rete internet, la manipolazione delle notizie, la pressione su ambienti e forze politiche ed economiche. Fino a influenzare anche le campagne elettorali. Figurarsi in un momento tesissimo come quello che stiamo vivendo, nel mezzo dell’invasione dell’Ucraina. «Se ne sono già accorti gli Stati Uniti e il Regno Unito, non solo alcuni Paesi dell’Est, come Ucraina e Georgia, ora ce ne accorgiamo anche noi. Non ci dobbiamo stupire, la guerra non lineare della Russia è una realtà consolidata», sottolinea la giornalista di Avvenire Marta Federica Ottaviani.
L’Italia è particolarmente esposta?
«Sì, per vari motivi la Russia ha sempre percepito l’Italia come a essa vicina. Qui c’è stato il Partito comunista più forte dell’Occidente, in anni più recenti c’è stata l’amicizia tra Vladimir Putin e Silvio Berlusconi, ma anche più recentemente ci sono stati estimatori di Putin, o per una sorta di nostalgia o proprio per le sue politiche. Il pensiero va Matteo Salvini, ma non c’è solo lui».
La propaganda russa sta avendo successo in Italia?
«Direi di più, siamo diventati un problema per l’Europa. Pensiamo agli invitati nei programmi tv italiani, e non mi riferisco tanto al famoso prof. Orsini, o all’intervista al ministro degli Esteri russo Sergiej Lavrov. Penso a giornalisti ed editorialisti russi invitati nelle trasmissioni, gente che lavora per il ministero della Difesa russo, mentre mancano i reporter russi indipendenti».
Che consiglio dare ai cittadini, da cosa guardarsi?
«Dobbiamo avere consapevolezza che i social network sono una grande opportunità, ma in un’epoca di eccesso di informazione possono rivelarsi anche una grande insidia. Se non ne siamo consapevoli, rischiamo di arrivare al tutti contro tutti, al fatto che ogni opinione viene veicolata, senza alcun criterio. Si rischia di accettare tutto».
Che dire di Giorgia Meloni, che sulla guerra in Ucraina ha preso una netta linea filo-occidentale?
«Ha dato precise garanzie e le va dato atto. Questo atteggiamento, però, non può cancellare che in passato ha avuto simpatie per Putin e per Marine Le Pen, così come penso che faccia fatica a garantire per tutto il suo partito».
La campagna elettorale è iniziata con un articolo, pubblicato sulla Stampa, che ha rivelato di colloqui tra ambienti dell’ambasciata russa ed esponenti della Lega sulla sorte del Governo Draghi. Che ne pensa Marta Federica Ottaviani? «L’articolo del collega Jacopo Iacoboni ha citato fonti di intelligence. A quanto pare, c’è stato un interessamento, e non certo di carattere naturale. Non è normale che si chieda “Siete disposti a ritirare i ministri?”. Oltre a tutto, va sottolineata la reazione dell’ex presidente Dmitrij Medvedev, il quale ha fatto ironia sulla caduta di Mario Draghi dopo quella di Boris Johnson, in pratica chiedendo: chi sarà il prossimo?».