Idee
Il Pnrr è la nostra priorità
Dobbiamo mantenere fede ai patti sottoscritti in nome della nostra credibilità internazionale
IdeeDobbiamo mantenere fede ai patti sottoscritti in nome della nostra credibilità internazionale
Se l’erogazione a rate dei fondi europei non fosse subordinata al rispetto di precisi requisiti temporali e di contenuto, che periodicamente impongono una verifica concreta del percorso, ci sarebbe da temere l’ennesima amnesia politica per quel che è accaduto negli ultimi tre anni. Quando venne varato il “Next Generation Eu”, il grande programma europeo per aiutare i Paesi duramente colpiti dalla pandemia, fu uno squarcio di luce in uno dei momenti più bui della storia recente. Qualcuno arrivò a paragonarlo al piano Marshall. Da allora molte cose sono cambiate. Abbiamo sperimentato l’esaltante conferma dello slancio che il nostro Paese è capace di mettere in campo nelle fasi più sofferte e poi – con la crisi energetica e la guerra scatenata da Putin – una nuova stagione di difficoltà e di incertezze. Ma l’attuazione del Pnrr, che ci permette di accedere ai cospicui finanziamenti europei, resta «un appuntamento che l’Italia non può eludere», come non cessa di ricordare il Capo dello Stato. È «la nostra priorità» e a essa vanno subordinati gli «interessi parziali», ripete Mattarella in ogni occasione. E lo è non solo perché di quei fondi abbiamo necessità per far quadrare i bilanci, ma anche perché il Pnrr ci offre «l’opportunità di colmare ritardi strutturali». Ci spinge in modo pressante a fare le riforme di cui il Paese ha bisogno da tempo e che sarebbero rimaste ancora chissà per quanti anni nel cassetto. L’attuazione del Pnrr ha coinvolto finora una staffetta fra tre Governi, espressione di maggioranze radicalmente diverse per dare seguito all’impegno assunto dall’Italia. Certo, i fatti che sono intervenuti nel frattempo possono giustificare oggi la richiesta alle autorità europee di una rimodulazione di alcuni passaggi ben circostanziati. Ma c’è una continuità sostanziale da rispettare per non venir meno ai patti sottoscritti. Ne va della possibilità di ricevere i finanziamenti concordati e ne va anche della credibilità internazionale dell’Italia. Attenzione, però. Non dobbiamo fare i conti solo con questi stringenti vincoli esterni. Il nostro Paese ha un interesse tutto suo a non tornare indietro e a non deviare dalla strada delle riforme intraprese, a non perdere quest’occasione irripetibile più volte richiamata, come si diceva, dal presidente della Repubblica. Negli ultimi giorni i riflettori si sono accesi su alcune misure della manovra economica che – per dirla con la Corte dei Conti – «possono risultare non coerenti con l’obiettivo di contrasto all’evasione fiscale previsto nel Pnrr». Vedremo se il nodo sarà sciolto nel corso dell’iter parlamentare della legge di bilancio.
Il Comitato per gli interventi caritativi a favore del Sud del mondo della Cei ha approvato 73 nuovi progetti, stanziando 9.837.800 euro: 4.422.196 per 26 progetti in Africa, 3.499.455 per 35 progetti in America Latina; 1.274.644 per 11 progetti in Asia; 641.505 per 1 progetto in Medio Oriente. La Cei specifica che, tra gli interventi più importanti, sei sono in Africa e riguardano la formazione, soprattutto per la realizzazione e la ripartenza di alcuni istituti scolastici