Idee
Fuori sede, forse questa volta potranno votare. Finalmente
Fratelli d’Italia ha presentato un emendamento per concedere il voto a distanza agli studenti (solo loro) fuori sede. Ma ci sono dei “difetti”
IdeeFratelli d’Italia ha presentato un emendamento per concedere il voto a distanza agli studenti (solo loro) fuori sede. Ma ci sono dei “difetti”
Aoggi in Italia è possibile votare solo ed esclusivamente nel Comune di residenza: i cosiddetti fuori sede, studenti e studentesse, ma anche lavoratori e lavoratrici, che si trasferiscono in un’altra città per studio o per lavoro, sono esclusi dal voto. Ma in Europa non è ovunque così: nella nostra stessa situazione ci sono solo Cipro e Malta; mentre in Austria, Spagna e Irlanda è possibile votare per corrispondenza; in Francia e in Belgio si può delegare il voto a un’altra persona; in Danimarca si può votare in anticipo, in un seggio speciale allestito per l’occasione presso il luogo in cui si è domiciliati; e se in Germania è ammesso il voto per corrispondenza, nei Paesi Bassi c’è la possibilità di delegare o di votare in un altro seggio. In Estonia da diversi anni c’è il voto telematico che è in uso anche in Francia in determinate situazioni, in particolare per gli elettori residenti all’estero. Cosa succede invece in Italia? A quattro mesi dalle elezioni europee, Fratelli d’Italia ha presentato un emendamento al cosiddetto decreto Elezioni, per concedere il voto a distanza agli studenti fuori sede. Una proposta preliminare, che dovrà essere analizzata e votata prima dal Senato e poi dalla Camera entro fine marzo che però riguarda solo gli studenti. «È un passo in avanti che viene fatto – dichiara Giuseppe Di Nallo, segretario della Fuci, la Federazione universitaria cattolica italiana, studente fuori sede di Storia all’Università padovana, originario di Frosinone – però auspichiamo che venga allargato anche alle elezioni politiche, perché al momento è limitato alle europee. Alle ultime elezioni politiche circa il 42 per cento dei ragazzi non sono andati a votare: in questa percentuale c’è sicuramente chi non sente la politica come qualcosa di vicino e che gli sta a cuore, ma ci sono anche i fuori sede che, spesso, devono scegliere se investire denaro e tempo per tornare a casa per votare».
Per Giuseppe Di Nallo, inoltre, la proposta può essere perfezionata: «Un difetto che ho trovato e che mi ha lasciato perplesso, è che gli studenti che sono di una circoscrizione elettorale diversa da quella dove vivono, devono recarsi nel capoluogo di Regione. Per esempio io faccio parte della circoscrizione dell’Italia centrale, ho domicilio a Padova, dovrei andare a votare a Venezia che è il capoluogo di Regione. Penso che questo penalizzi molto: nel panorama europeo siamo gli unici insieme a Malta, che ha superficie e popolazione non paragonabile alla nostra e Cipro. Questa situazione dell’Italia è una mancanza anche all’interno del sistema democratico: è un diritto che non viene riconosciuto agli studenti fuori sede e ai lavoratori». Per la Fuci il tema del voto dei fuori sede e anche quello delle elezioni e della consapevolezza del voto è una urgenza cui dare risposta e sensibilizzare: proprio per questo, in vista delle elezioni di giugno, organizza due incontri, il 10 aprile e l’8 maggio, in collaborazione con Ucid e Centro Universitario su come si prendono le decisioni all’interno dell’Unione Europea, le competenze dell’UE e sul futuro dell’Europa. «Il tema del voto – conclude Di Nallo – ci tocca naturalmente da vicino, non solo perché su 22 tesserati più della metà sono fuori sede, ma anche perché ci sentiamo cittadini europei e abbiamo a cuore l’Europa e i temi che la riguardano, perché sono temi della nostra vita quotidiana e del nostro futuro».