IdeeCome intervenire per sanare la dispersione scolastica, che di fatto rappresenta l’anticamera di gravi fenomeni di marginalità economica e sociale?
In Italia la dispersione scolastica continua a essere un nodo da sciogliere. I dati Eurostat del 2022 hanno evidenziato un abbandono dei percorsi di istruzione dell’11,5% (+ 2% sopra la media europea) dei giovani tra gli 11 e i 24 anni.
Alla rilevazione poco rassicurante occorre però guardare con fiducia, infatti negli ultimi vent’anni sono stati realizzati dei progressi significativi: nel 2002, il tasso di dispersione scolastica era del 24%, ovvero più del doppio rispetto a oggi. Il nostro Paese ha superato inoltre l’obiettivo del 16% fissato dall’Unione europea per il 2020 e punterebbe a raggiungere il 9% entro il 2030.
In questo quadro un altro aspetto che richiede attenzione è la disomogeneità riscontrata su tutto il territorio nazionale. Mentre alcune regioni del Nord registrano tassi di abbandono inferiori al 10%, il Sud e le Isole rivelano percentuali allarmanti, con Sicilia e Campania in testa. Naturalmente le disparità territoriali riflettono il forte divario socio-economico.
Oltre ai dati puramente numerici – che registrano la dispersione “esplicita”-, l’indagine sullo stato di salute della scuola italiana non può non approfondire la questione del livello delle competenze di base dei propri studenti (dispersione “implicita”). Nonostante le rilevazioni Invalsi 2024, che hanno coinvolto circa 2.500.000 di alunne e alunni delle classi II e V Primaria, della III Secondaria di primo grado e del secondo e dell’ultimo anno della Secondaria di secondo grado, abbiano evidenziato un apprezzabile miglioramento rispetto agli anni passati in tutte le discipline osservate (italiano, matematica e inglese), a maggio dello scorso anno il livello base di preparazione degli studenti in italiano e in matematica non superava tra i maturandi rispettivamente il 56% e il 52%. È certamente in atto un’apprezzabile crescita rispetto all’anno precedente (+5 e +4 punti percentuali nelle due discipline e -2 punti di divario tra Nord e Sud), ma la strada da percorrere pare ancora in salita.
Come intervenire per sanare la dispersione scolastica, che di fatto rappresenta l’anticamera di gravi fenomeni di marginalità economica e sociale?
Una delle strategie di prevenzione e contrasto adottate proprio negli ultimi due anni, grazie all’impiego dei fondi Pnrr, riguarda le iniziative e attività di mentoring che proprio in queste settimane stanno partendo nelle scuole.
Il mentoring è una delle formule che meglio risponde alle esigenze di inclusione e valorizzazione delle capacità del discente. Un tratto caratterizzante e punto di forza di questa metodologia è sicuramente la relazione reciproca che si instaura tra il mentee, cioè il giovane che ha bisogno di ricevere sostegno sia nel suo apprendimento scolastico sia anche nel suo modo di vivere il rapporto con la scuola, e il mentore, un tutor adulto che assume il compito di sostenere il percorso di crescita del più giovane. Attraverso questa relazione il mentee può essere guidato nell’individuare e riconoscere le proprie potenzialità e a fondare su di esse il proprio successo formativo.
L’idea è quella di una “circolarità virtuosa”, che leghi l’azione del mentee a quella del mentore. Gli obiettivi posti nell’ambito di questo percorso sono di breve, medio e lungo termine e coinvolgono le diverse dimensioni della persona, sotto il profilo cognitivo, affettivo, emotivo e relazionale.
Nel mentoring, inoltre, è importante creare momenti di confronto e condivisione tra studenti, il peer tutoring costruisce fiducia e rafforza l’autostima. Altro aspetto non secondario e “in controtendenza”, rispetto ai comportamenti sociali più diffusi, è la trasmissione del valore antico della “perseveranza”: l’apprendimento ha bisogno di pazienza e di tenacia, di resistenza di fronte agli ostacoli e di ascolto dei propri tempi interiori. Attraverso la “perseveranza” è possibile imparare a gestire le proprie difficoltà e a organizzare efficacemente il proprio lavoro.
Soltanto nel terreno fertile della fiducia e della perseveranza possono germogliare i semi della “motivazione”, bene prezioso e spesso irreperibile nella quotidianità scolastica. L’abbandono scolastico si presenta sotto molteplici forme, dal basso rendimento all’assenteismo, ma il sintomo più importante e allarmante è proprio la carenza di motivazione che impedisce la realizzazione del patto formativo tra scuola e studenti.
