Mosaico
Consegne a domicilio. C’è un boom di richieste per il km zero
In tempo di virus, con l’online gli agricoltori hanno riscoperto le spese porta a porta
In tempo di virus, con l’online gli agricoltori hanno riscoperto le spese porta a porta
In epoca di Coronavirus la necessità, come si usa dire, ha aguzzato l’ingegno. Con la quarantena gli agricoltori hanno fatto in modo di tenere aperti i tradizionali mercati contadini, garantendo le condizioni di sicurezza con l’aiuto della Protezione civile, ma non sono mancate iniziative originali, in particolare per fare arrivare alle famiglie i prodotti di stagione.
Molte di queste sono state rese possibili dalle consegne a domicilio, che i vari decreti ministeriali e regionali non hanno vietato: vere boccate di ossigeno per molti produttori. Grazie a esse, ad esempio, si sono potuti mettere al lavoro gli chef degli agriturismi un po’ ovunque. Tra Pasqua e Pasquetta, Coldiretti ha calcolato che la “task force” di 75 agrichef abbia ricevuto prenotazioni per cinquemila pasti a km zero per le famiglie costrette a rinunciare alla tradizionale gita fuori porta. «Nei menu – ha commentato Diego Scaramuzza, presidente di Terranostra – ci sono stati asparagi e uova, e frittate alle erbe di campo per rispettare l’usanza del cestino della scampagnata».
Con il bel tempo e la primavera è stato poi boom di gelato, che Carolina Da Rold, giovane imprenditrice bellunese, ha soddisfatto portando vaschette a domicilio di prodotto fatto con il latte della stalla di famiglia; un connubio tra agricoltori e associazioni ciclistiche ha permesso invece alle famiglie di Bassano di ricevere gli asparagi, grazie al progetto “Pronto asparago by bike”.
C’è stato poi un boom di consegne a domicilio per i florovivaisti padovani, che avevano dovuto chiudere i punti vendita e le attività di manutenzione giardini proprio nel momento in cui la richiesta è maggiore. Un’azienda di Carceri, la floricoltura Menin, ha donato a ogni famiglia del paese una pianta di orchidee.
Anche i caseifici padovani hanno promosso le consegne a domicilio, magari devolvendo parte dei ricavati in beneficenza, come il caseificio Magnasame di Sant’Angelo di Piove di Sacco. E per le consegne si sono attrezzate molte aziende del vino dei Colli Euganei, sfruttando anche canali come Facebook. «Stiamo facendo di necessità virtù – ha detto Chiara Sattin, titolare dell’agriturismo Borgo Buzzacarini di Monselice – e tanti di noi si stanno organizzando con servizi a casa e chissà che da questa riorganizzazione forzata impariamo qualcosa. Sono pronta a scommettere che tutte queste iniziative rimarranno anche nel post era coronavirus».
Nell’Alta Padovana si irrigano con l’acqua a scorrimento anche i prati stabili, nella Bassa è partita l’irrigazione di soccorso: in questo periodo è un fatto inusuale. Una situazione anomala, forse da ricondurre ai cambiamenti climatici: di fatto sono costi ulteriori da sostenere per tutte le imprese venete del primario.