Mosaico
Fotovoltaico a terra. Energia rinnovabile, ma per davvero
Prosegue la battaglia di Coldiretti contro il consumo di suolo: una nuova campagna dei giovani agricoltori chiede di non installare i pannelli sui terreni fertili
Prosegue la battaglia di Coldiretti contro il consumo di suolo: una nuova campagna dei giovani agricoltori chiede di non installare i pannelli sui terreni fertili
La pandemia non sembra avere arrestato, e forse nemmeno rallentato, il consumo di suolo, di cui il Veneto è tra le regioni capofila in Italia. A farne le spese è, in gran parte, terreno agricolo o ad alto valore ambientale che, una volta perso, difficilmente sarà recuperabile a breve termine. Al di là della cementificazione in senso letterale, c’è da qualche anno un altro spauracchio che preoccupa non solo gli ambientalisti ma chiunque veda nel suolo una risorsa, assieme all’acqua, da tutelare come fosse una specie in via di estinzione: si chiama fotovoltaico a terra. Nella corsa virtuosa all’energia prodotta da fonti rinnovabili, c’è infatti chi trova nell’accaparramento di terreno fertile una possibile forma di speculazione. Gli agricoltori e le associazioni ambientaliste si stanno muovendo per chiedere una regolamentazione in tema di “agrovoltaico”: in Veneto di parla di un fabbisogno di 5 mila ettari per raggiungere l’obiettivo della transizione ecologica. Obiettivo possibile?
«Non abbiamo mai escluso a priori l’uso di aree agricole – sostiene Coldiretti Veneto – purchè i protagonisti di tali interventi siano gli imprenditori agricoli. Abbiamo invece indicato che prioritariamente bisogna utilizzare tetti (anche quelli degli edifici pubblici), aree e capannoni dismessi, cave non più in attività. Ci sono 9 mila ettari di aree già ora con destinazione urbanistica non agricola, 11 mila capannoni dismessi con annesse aree di pertinenza e altri duemila ettari di aree agricole che ospitano cave non più in attività, senza dimenticare le superfici dei tetti».
«In Veneto sono già centinaia gli ettari sottratti all’agricoltura – afferma Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova – per far posto ai pannelli a terra, e anche nella nostra provincia si stanno affacciando nuovi progetti che preoccupano gli agricoltori. Abbiamo già espresso il nostro no al fotovoltaico a terra come speculazione ed evidente occupazione di suolo fertile. Per proteggere la terra e i cittadini che ci vivono occorre difendere il patrimonio agricolo, ormai in balia non solo di progetti infrastrutturali e poli commerciali ma purtroppo anche di spregiudicati enti e società finanziarie non agricole che investono su distese di moduli solari adducendo interessi green e camuffando le operazioni come promozione di una moderna cultura energetica».
Secondo l’organizzazione dei coltivatori, tutto questo va a scapito soprattutto delle imprese agricole che, al contrario, in quello stesso suolo opererebbero per scopi naturali e per modelli ecosostenibili autentici, legati alla qualità delle produzioni e degli allevamenti. È una questione che Coldiretti ha già sottoposto all’attenzione della Regione del Veneto consegnando le 24 mila firme raccolte la scorsa primavera con l’aiuto del comitato delle mamme per dire no al consumo di suolo. La palla della protesta è passata ora ai giovani: “Sì all’energia rinnovabile senza consumo di suolo agricolo” è una petizione lanciata da Coldiretti Giovani Impresa in tutta Italia attraverso una raccolta firme – avviata in particolare nei mercati di Campagna Amica – per chiedere alle istituzioni di investire nelle fonti alternative di energia senza dimenticare il ruolo fondamentale dell’agricoltura e la bellezza unica dei nostri territori, che senza la necessaria attenzione potrebbero venire compromessi dagli impianti fotovoltaici.
La proposta? Approvare una legge – vi sono già dei progetti in discussione – che metta un freno all’uso indiscriminato del terreno agricolo e garantisca il rispetto della biodiversità, dell’ambiente e del paesaggio. La richiesta è stata ribadita pochi giorni fa anche da Alex Vantini, delegato regionale dei giovani agricoltori veneti, all’assemblea nazionale degli amministratori under 35 di Anci: individuare nelle aree da bonificare, nei terreni abbandonati, nelle zone industriali dismesse e nei tetti delle strutture – anche agricole – e in parti marginali e non coltivabili dei propri terreni, i luoghi più idonei all’installazione del fotovoltaico per una produzione di energia da fonti rinnovabili in un’ottica di produzione multifunzionale e che sia realmente green.