Mosaico
Dai sari e dalle pelli di scarto si fanno borse e accessori
Tra i prodotti che uniscono attenzione al sociale e rispetto dell’ambiente sta prendendo piede il riutilizzo dell’abbigliamento usato.
Tra i prodotti che uniscono attenzione al sociale e rispetto dell’ambiente sta prendendo piede il riutilizzo dell’abbigliamento usato.
Ma non si tratta solamente di capi di “seconda mano”, come si trovano in molti negozi che danno una nuova vita a capi in buone condizioni, così come ai mobili e oggetti di ogni tipo. Si tratta di riutilizzare un tessuto per creare qualcosa di nuovo. Ed ecco che dall’equo e solidale arrivano due interessanti proposte.La prima scoperta è che il “sari”, il tipico tessuto utilizzato per realizzare gli abiti indiani, è una delle principali fonti di ispirazione per il riciclo. In particolare, c’è un’iniziativa che vede coinvolte le donne artigiane degli slum di Mumbai proprio nel reimpiego dei sari: le mani sapienti vi realizzano sciarpe, fasce per capelli, gioielli, zainetti e svariati altri accessori di moda.
Il progetto si chiama “I was a Sari” (io ero un sari) ed è sostenuto dall’organizzazione internazionale Oxfam: acquistando questi capi o accessori si fa del bene all’ambiente e si aiutano le donne a raggiungere formazione e una propria emancipazione economica, nel rispetto della dignità e della giustizia sociale. Si tratta poi di capi e prodotti che, provenendo da stoffe riciclate, sono assolutamente unici e irripetibili. Sempre in tema di moda e riuso, un’iniziativa stavolta privata ma certificata da Altraqualità come proveniente da filiere etiche è quella che porta alla produzione delle borse Soruka: in questo caso a essere riutilizzati sono gli scarti dell’industria indiana del pellame, evitando così che finiscano in discariche illegali o bruciati in forni che creano solo inquinamento. Tutti questi prodotti si possono ammirare e acquistare nelle Botteghe del mondo di Padova.