Mosaico
Csv Padova e Rovigo. Servizio civile universale. Un anno per gli altri e per se stessi
Il Servizio civile universale offre opportunità uniche ai giovani per sperimentarsi e capire il proprio futuro, anche da cittadini
Il Servizio civile universale offre opportunità uniche ai giovani per sperimentarsi e capire il proprio futuro, anche da cittadini
«Il Servizio civile per me è stato creare e coltivare relazioni». Noemi Riga, di Vibo Valentia, si è laureata in filosofia a Padova e attualmente è coinvolta in uno dei progetti di Servizio civile universale del Centro servizio volontariato di Padova e Rovigo. «Ho iniziato la mia esperienza come operatrice a Popoli insieme quasi un anno fa, con la voglia di dedicare il mio tempo e le energie a un progetto in cui credevo tanto, e che si è rivelato essere pian piano qualcosa di più per la mia vita, un punto di svolta personale. È stato un anno di incontro in cui ho potuto imparare e proporre interventi grazie al confronto e alla fiducia delle persone appassionate con cui ho lavorato. Ho imparato che condividere può nutrire un terreno che fa fatica a dare frutti in un posto diverso. Ho imparato ad avere un po’ più di coraggio ad affrontare le intemperie e gli ostacoli improvvisi. Ho avuto la fortuna di conoscere tante persone e le loro storie e questo lo ritengo un regalo prezioso». Per Noemi è stato come coltivare un terreno partendo da zero e vedere come con un pizzico di creatività e pazienza insieme si può far crescere quello che serve e qualcosa in più. «Porterò con me tutte le persone che ho incontrato e la persona che sono diventata anche grazie a loro».
La crescita e il cambiamento sono gli elementi ricorrenti anche in quanto racconta Giusy Seminara di 26 anni, operatrice di Servizio civile per l’associazione Granello di senape a Padova: «Il mio obiettivo personale è una crescita umana e professionale che, a piccoli passi, quotidianamente, sto raggiungendo anche grazie al supporto e alla guida della mia referente che mi permette di sperimentarmi e mettermi in gioco, incentiva la mia curiosità e fa leva sulle mie risorse, mostrandomele soprattutto nei momenti in cui non riesco a vederle. Il Servizio civile in questo modo diventa ricchezza, molteplicità, apprendimento e contenitore di cose belle e nuove. Grazie all’associazione mi sento coinvolta in qualcosa di grande che mi permette di essere in movimento, di attivarmi e di portare avanti la mia missione in un ambiente complesso, spigoloso in molti aspetti, ma a me molto caro. Lo sportello giuridico e di segretariato sociale in particolare mi permette di guardare con più fiducia la sfera del reinserimento sociale di persone detenute, tematica complessa e difficile in tutte le carceri. In questo percorso di servizio civile ho trovato la mia strada». Sono queste parole e storie alle quali è difficile aggiungere qualcosa e che testimoniano in maniera potente la ricchezza dell’esperienza del servizio per il bene della comunità civile. Per alcune persone è un trampolino di lancio, per altre è un anno di passaggio tra gli studi e il mondo del lavoro. C’è chi arriva casualmente, chi sceglie con molta attenzione il progetto a cui aderire o chi decide di dedicare un anno all’associazione che già frequenta. Indipendentemente dal come, per la maggior parte delle ragazze e dei ragazzi dai 18 ai 28 anni che intraprendono questo cammino, l’esperienza rappresenta un tassello fondamentale per acquisire le competenze di cittadinanza sempre più indispensabili oggi anche a livello lavorativo, entrare a contatto con le problematiche sociali del territorio e con le realtà che quotidianamente operano per superarle.
Teresa Ditadi, Alma Forte, Camila Romero Ortiz, Ilaria Tolin sono le ragazze coinvolte nel progetto di Fondazione La Casa che, con un racconto corale, spiegano le iniziative in cui sono coinvolte: «In questi mesi abbiamo avuto l’opportunità di dare vita a diverse iniziative per i residenti del rione Crocifisso di Padova. Tra queste lo Swap party, un momento di relazione e di aggregazione, che ha favorito il rafforzamento e la creazione di nuovi legami nella comunità, o la Festa dei vicini in cui abbiamo conosciuto direttamente i residenti». Le quattro ragazze sono state, inoltre, coinvolte nella realizzazione di una mappatura dei servizi attivi grazie alla quale sono entrate in contatto con diversi soggetti, come il Centro veneto Progetti donna, con cui hanno realizzato una mostra temporanea delle grafiche di Anarkikka per sensibilizzare gli inquilini del social housing Quiabito e i residenti del rione sul problema della violenza di genere. «Abbiamo anche dato vita a “Spritz – Sogna, progetta, racconta, innova, trasforma la tua zona”: un esperimento di animazione di comunità itinerante, dal quale sono emerse moltissime idee e proposte per il miglioramento della comunità».
I progetti del Csv sconfinano anche nel Veneziano grazie al Csv di Venezia che è una delle sedi di attuazione. Silvia Maria Carolo, l’operatrice locale di progetto – fondamentale figura di raccordo tra l’ente e gli operatori in Servizio civile – porta un altro punto di vista. «Nel progetto in corso abbiamo inserito quattro persone. Un ragazzo dopo alcuni mesi ha lasciato per un’offerta di lavoro e sono rimaste tre ragazze, tutte molto giovani, alla loro prima esperienza dopo la maturità. In questi mesi si sono motivate e sono cresciute. Hanno imparato molto: sono più responsabili, più autonome e propositive. Le abbiamo coinvolte in un progetto di promozione del volontariato verso i giovani, in ottica di peer education, attraverso la creazione di un catalogo delle esperienze di volontariato e ora attraverso l’apertura di sportelli di orientamento all’interno delle tre portinerie di quartiere che abbiamo aperto insieme alle associazioni a Mestre, a Dorsoduro di Venezia e a Chioggia». Infine, Asia Rubbo ha terminato il suo anno di Servizio civile al Csv di Padova e Rovigo lo scorso febbraio e, a distanza di un anno, lancia questo appello ai giovani: «A chi arriverà e a chi è ancora indeciso se intraprendere questa esperienza dico: provaci, perché è veramente un’opportunità unica e che si può vivere quando si è in quella fase della vita in cui tutto può essere. Il Servizio civile è una possibilità per capire chi vuoi diventare, ma anche cosa non vuoi diventare. Ti mette di fronte a delle situazioni che, nella vita reale non ti capiteranno più: hai la possibilità di sbagliare, di chiedere, di inciampare e soprattutto di imparare. Davvero è un’esperienza che cambia nel profondo e che dà a noi giovani, che in questi due anni siamo stati i primi a vederci sacrificare sogni e progetti, uno spazio in cui sperimentarsi. Prenditi questo spazio, mettiti alla prova in un progetto più grande perché, nel bene e nel male, è una possibilità di crescita irripetibile e ti permette di sentirti davvero parte di qualcosa».
Per presentare la domanda di Servizio civile c’è tempo fino alle 14 del 26 gennaio. La domanda va presentata attraverso il portale del Ministero. È necessario avere Spid, documento d’identità valido e curriculum aggiornato.
Saranno 56.205 i giovani impegnati in progetti di Servizio civile con il nuovo Bando del Dipartimento per le Politiche giovanili e il Servizio civile universale. Il Csv di Padova e Rovigo mette 22 posti a disposizione in nove diverse associazioni del territorio che coinvolgeranno i giovani in progetti legati all’arte, allo sviluppo di comunità, al sociale, al dialogo interculturale e allo sviluppo sostenibile. L’impegno è di 25 ore settimanali per 12 mesi. Tutte le info sul sito www.csvpadovarovigo.org