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Gruppo Polis. Altra casa per vittime di violenza
Gruppo Polis. Ha aperto la sua seconda struttura, dopo casa Viola, per donne senza figli che decidono di fermare la spirale degli abusi
MosaicoGruppo Polis. Ha aperto la sua seconda struttura, dopo casa Viola, per donne senza figli che decidono di fermare la spirale degli abusi
La violenza sulle donne è nella quotidianità e i femminicidi, purtroppo, sono solo la punta dell’iceberg. Per questo da poche settimane Gruppo Polis ha aperto Casa Adele, la sua seconda struttura rifugio per donne vittime di violenza: «Negli ultimi due anni abbiamo dovuto dire no a diverse segnalazioni perché non avevamo abbastanza posto – racconta Alice Zorzan, referente dell’area contrasto violenza di genere di Gruppo Polis – Il fenomeno è diffuso e c’è necessità di protezione abitativa. Abbiamo capito i bisogni del territorio in un’ottica di rete con il Comune di Padova e il Centro anti violenza, così è arrivata casa Adele, una nuova buona risorsa». Le case rifugio sono strutture di accoglienza a indirizzo segreto che offrono alle donne vittime di violenza e ai figli un alloggio protetto e un percorso di accompagnamento all’inserimento lavorativo e abitativo. L’obiettivo principale è dotare la donna degli strumenti per poter trovare le risorse, la forza e la determinazione per autosostenersi e autorealizzarsi, seguite e supportate da un’équipe di professioniste.
La struttura non offre solo accoglienza, ma anche un aiuto nella rielaborazione della sofferenza e del passato traumatico svoltandolo in maniera positiva, orientandolo all’indipendenza, alla fiducia in se stesse, all’autonomia economica. Da qui la scelta della piccola dimensione per poter puntare alla dignità e a una maggiore riservatezza dei percorsi. «Serve un ambiente adatto, confortevole sotto tutti i punti di vista – spiega Alice Zorzan – Una donna che arriva in una casa rifugio ha una serie di problematiche da sviscerare e la tranquillità è una condizione necessaria. Per questo le case Viola e Adele che ospitano nove persone, rispondono a bisogni differenti: una riservata ad accogliere mamme e figli, l’altra per donne sole giovani o anziane con bisogni molto diversi. Così riusciamo a garantire progetti personalizzati».
Qui ci si occupa anche degli uomini autori di violenza «perché si lavora alla radice del problema e quindi si va a proteggere le donne e i bambini. L’obiettivo è lavorare con l’uomo affinché riduca gli atteggiamenti violenti. Dal 2014 siamo uno dei sette centri in Veneto autorizzati a questo tipo di lavoro con gli uomini previsto dalla legge e dotato di finanziamenti. È assodato che lavorare con gli uomini fa parte del sistema di aiuto per le donne vittime di violenza: gli uomini violenti partecipano per oltre un anno a gruppi psico educativi con cadenza settimanale seguiti da uno psicologo in un percorso di responsabilizzazione». Fondamentale anche il lavoro di sensibilizzazione sul territorio: «Si pensa sempre che la violenza ci sia distante, invece è molto presente. Non è un’emergenza, ma un fenomeno strutturale. Dobbiamo parlarne a tutti fin da piccoli per imparare ad approcciarsi a parità di genere e nel rispetto delle relazioni».
Dal 30 marzo al 2 aprile torna a Padova irruzioni, festival diffuso di peripezie urbane: performance, incontri, spettacoli… sul tema della trasparenza. Lo organizza associazione Voyager e tutte le informazioni sono su www.irruzioni.it