MosaicoTre anni che il mondo ricorderà: pandemia, guerra, siccità. Con una conclusione che è sempre la stessa: inflazione e aumento dei costi. Per la famiglia italiana, e padovana in particolare, tutto questo ha comportato cambiamenti nello stile di vita, nei consumi, nelle scelte quotidiane.
Le prime indagini del post Covid avevano messo in luce il cambiamento nei consumi e le “buone intenzioni” delle famiglie in tema di maggiore attenzione a sostenibilità e alimentazione sana, con uno sviluppo del km 0, orti in giardino o sul balcone: secondo AlixPartners (società di consulenza finanziaria), un consumatore su due nel 2021 riconosceva che uno stile di vita salutare era divenuto più importante. La guerra in Ucraina, l’aumento dell’energia, l’inflazione crescente stanno cambiando ulteriormente le cose? Naturalmente sì, come spiega il rapporto Coop 2022, presentato in anteprima a settembre. E che racconta in sintesi di come le famiglie siano alla ricerca sia di concretezza che di innovazione. «Sopravvissuti al Covid, ma attoniti e circospetti, perennemente in allerta – scrive il rapporto – gli italiani non minimizzano affatto le tensioni economiche e sociali, ma pongono al primo posto delle loro preoccupazionil’emergenza generata dalla crisi climatica». Anche se i dati più recenti parlano di calo degli alimentari nei carrelli, il problema più grande, per ora, non sembra quello del cibo ma della bolletta, per la quale le strategie sono limitate: spegnere le luci più spesso, prepararsi ad abbassare il riscaldamento e razionalizzare l’uso degli elettrodomestici. Il 68 per cento ha già avviato una personale spending review, il 17 dichiara di avere l’intenzione di farlo con l’autunno. Oltre ai grandi capitoli di spesa, a farne le spese saranno il superfluo quotidiano (colazioni al bar e ristoranti, abbigliamento e intrattenimenti vari), ma anche viaggi e vacanze, e il posticipo degli acquisti di prodotti tecnologici e di arredo. In maniera inattesa, nel settore alimentare, una crescita dei prezzi inferiore che in altri Paesi ha portato i volumi di vendita a tenere nei primi sei mesi dell’anno (+ 7,8 per cento contro l’ultimo anno pre Covid, il 2019), ma era attesa un’inversione di tendenza che è arrivata. Già ad agosto però (dati Coldiretti) i padovani hanno iniziato a tagliare i cibi nei carrelli e sono in crescita gli acquisti nei discount. Il dato non sembra in contraddizione con coloro, e sono la maggioranza, che al questionario Coop hanno dichiarato di non essere disposti a scendere a compromessi nelle loro scelte alimentari e di prevedere solo di diminuire la quantità, ma non la qualità, del cibo.
In questo senso va letto il ritorno del cooking time sperimentato durante la pandemia: si passa più tempo nella preparazione dei pasti e ci si impegna a sperimentare nuovi piatti. «Il carrello non è più la miniera cui attingere per finanziare altri consumi, ma un fortino da proteggere – conclude la ricerca della Coop – e forse è questa una delle principali eredità del post pandemia. Il cibo a cui non si intende rinunciare pare essere soprattutto quello più sobrio ebasico, senza orpelli e sovrastrutture; l’italianità e la sostenibilità sono gli elementi imprescindibili». Anche l’orto diventa una necessità, soprattutto tra i pensionati: «Molti stanno tornando a coltivare il proprio pezzetto di terra – rivela Cia Padova – per avere qualche marginalità in più, non per mera passione ma per risparmio sul carrello della spesa».
È arrivata anche in Italia, in ritardo e contenuta rispetto ad altri paesi, la crescita dei prezzi al supermercato. Gli italiani affermano che la prima strategia è tagliare le quantità e non la qualità, preferendo cibo italiano e sostenibile. Torna il cooking time, ovvero più tempo dedicato a preparare i pasti fatti in casa, sperimentando.
