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Baskin, arriva il torneo. Il 1° e il 2 aprile a Padova in gara sedici squadre
Il 1° e il 2 aprile a Padova in gara sedici squadre dal Nord Italia. Il 31 al Modigliani evento a cura di Fondazione Fontana
Il 1° e il 2 aprile a Padova in gara sedici squadre dal Nord Italia. Il 31 al Modigliani evento a cura di Fondazione Fontana
Padova ospita quest’anno un torneo all’insegna dello sport inclusivo: sedici squadre di baskin si affronteranno sabato 1 e domenica 2 aprile nelle palestre della città. A precedere le partite sarà, il 31 marzo all’Auditorium del liceo artistico Modigliani, una serata di sensibilizzazione organizzata in collaborazione con Fondazione Fontana. Il motto dell’evento è “La felicità di tutti è la felicità di ognuno” e l’obiettivo sarà riflettere sui vantaggi dell’inclusività, attraverso lo sport e non solo, anche insieme a ospiti speciali: l’ideatore del baskin Antonio Bodini e il giornalista Pif, che si è occupato del tema in diversi suoi servizi. Il baskin è una disciplina sportiva derivata dal basket basata sulla cooperazione paritetica: è praticata da uomini e donne, persone normodotate e persone disabili, atleti esperti e novizi che si incontrano da compagni di squadra attraverso il gioco. Diversamente dalla prospettiva assistenzialista, ci tengono a sottolineare gli ideatori dell’evento, tutti traggono benefici dall’incontro con chi è diverso, tanto i “normodotati” quanto le persone disabili in campo. «Il messaggio che intendiamo trasmettere è duplice – spiega Massimo Caiolo, presidente di Baskin Padova – Vogliamo trasmettere l’idea che dare a tutti l’opportunità di vivere una vita felice sia una responsabilità collettiva e tutti siamo chiamati a realizzare una società inclusiva. Inoltre, non meno importante, insistiamo sul fatto che questo tipo di inclusione non è un peso, ma un’opportunità per incontrare la diversità. Il baskin infatti ha una particolarità: anche le paralimpiadi vanno benissimo, ma il baskin permette di sperimentare insieme. Donne e uomini, normodotati e persone con disabilità possono incontrarsi attraverso ilgioco. Questo è importante in una società che dalle superiori in poi porta ognuno a settorializzarsi sempre di più con i propri simili». Per far toccare con mano questi messaggi anche ai più giovani, nella giornata di sabato 1 aprile le partite si svolgeranno presso le palestre del Liceo Modigliani, dell’istituto superiore Duca degli Abruzzi, dell’Iis Scarcerle e dell’Itcs Einaudi, «Le sedici squadre si affronteranno in otto campi in parallelo – continua Caiolo – e alcune partite si svolgeranno il sabato nelle palestre delle scuole superiori proprio per permettere agli studenti di essere spettatori durante le ore di educazione fisica e capire cosa sia il baskin».
A spiegare le regole del gioco è Elena Sessi, giocatrice del Baskin Padova dal 2016 e allenatrice da tre anni a questa parte: «Rispetto al basket tradizionale alcune regole sono diverse. Ci sono quattro canestri in più che sono sistemati sulla linea di metà campo, delimitati da un’area protetta per tutelare i ragazzi che hanno difficoltà a muoversi. I canestri sono all’altezza di 1,10 metri e 2,20 metri, per dare la possibilità a tutti i giocatori di fare punto. Inoltre c’è una divisione di ruoli da 1 a 5, il ruolo 5, che è il più alto, può marcare solo i ruoli 5 avversari, il ruolo 4 può marcare solo i 4 e i superiori, e così via. I ruoli 2 e 1 invece sono nelle aree protette, quindi attaccano solamente e non difendono». Prima di essere allenatrice di baskin Elena Sessi era giocatrice di basket: «Mi mancava qualcosa. Con lo sport tradizionale spesso non riuscivo a vedere felici tutti i ragazzi che partecipavano. Lì più si sale di livello, più lo sport diventa esclusivo per alcuni ragazzi che magari non hanno le potenzialità fisiche di altri. La conseguenza è che alcuni abbandonano. Invece il baskin dà la possibilità a tutti di giocare con diverse abilità, capacità, spirito sportivo… È questo che mi ha spinta a voltare pagina. Essere allenatrice di Baskin è una sfida che soddisfa perché è riuscire a realizzare effettivamente in campo l’allenamento che hai preparato a casa. La maggior parte delle volte non è così, nel senso che dipende molto dalla giornata e dall’estro che hanno i giocatori. Magari si inventano qualcosa di spettacolare, quindi non segui più il tema che avevi preparato. Comunque, ad ogni allenamento si torna a casa con il sorriso, perché i giocatori regalano sempre grandi emozioni, non solo in ambito sportivo ma anche relazionale». Alle otto squadre padovane del Baskin Padova, Petrarca Baskin, Baskin Noventa, Baskin Roncaglia e Redentore Baskin Este ora non resta che affrontare gli sfidanti in arrivo il 1° aprile da tutto il Nord Italia.