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A Campolongo Maggiore. Presentazione il 26 ottobre del libro su Rita Atria
La diciassettenne si tolse la vita, è la settima vittima di via D’Amelio
MosaicoLa diciassettenne si tolse la vita, è la settima vittima di via D’Amelio
Nella serata di giovedì 26 ottobre nel centro parrocchiale di Campolongo Maggiore viene presentato il libro-inchiesta su Rita Atria, diciassettenne morta nel 1992, considerata la settima vittima di via D’Amelio. Io sono Rita. Rita Atria la settima vittima di via d’Amelio (2022, Marotta e Cafiero, 246 pp., euro 14,25) è il libro scritto da Giovanna Cucè, Graziella Proto e Nadia Furnari; una di loro, la giornalista Giovanna Cucè, sarà presente in sala il 26 ottobre alle 20.45 insieme a Giovani Sgobba, giornalista della Difesa a moderare l’incontro, voluto dall’associazione culturale Mondo di Carta, dall’amministrazione comunale e dalla parrocchia Santi Felice e Fortunato. Rita Atria era una giovanissima siciliana, nata a Partanna, comune di Trapani, il 4 settembre 1974. Dopo la morte del padre e del fratello in una faida mafiosa, decise a 17 anni di collaborare con i magistrati grazie alla fiducia che riponeva nei riguardi del giudice Borsellino. L’omicidio del giudice e della sua scorta, però, avvenuto soltanto 57 giorni dopo la strage di Capaci, distrusse definitivamente la volontà di Rita. La giovane, ufficialmente suicida, morì lanciandosi dal settimo piano di un palazzo nel quartiere Tuscolano a Roma il 26 luglio del 1992 a una settimana dall’attentato di via d’Amelio.
La serata rientra nelle attività di impegno di alcune associazioni del territorio insieme al Comune per fare educazione alla legalità, coinvolgendo i ragazzi delle scuole ma anche gli adulti. Conferenze, rappresentazioni teatrali, presentazioni di libri vengono svolte talvolta in quella che era la villa dell’ex capo della mala del Brenta, Felice Maniero, ora intitolata a Cristina Pavesi, una sua vittima. «Farò della mia vita anche della spazzatura, ma lo farò per ciò che io sola ritengo conveniente», scriveva Rita Atria alla sorella nell’ultima lettera, pubblicata per la prima volta nel libro che, trent’anni dopo, ne ricostruisce la storia di ragazzina, abbandonata dalle istituzioni che avrebbero dovuto prendersi cura di lei