MosaicoDue giovanissime sorelle hanno riaperto due anni fa una vecchia malga di famiglia che era chiusa da tempo e la conducono d’estate, mentre d’inverno continuano il percorso di studi
Come si può a vent’anni scegliere la vita da “malgara”? Ebbene, c’è chi questa scelta l’ha fatta: Miriam Vanzin, appena ventenne, due anni fa ha riattivato la vecchia malga di famiglia chiusa da decenni, Malga Molvine sul monte Cesen, sopra Valdobbiadene. Se per fare questo lavoro ci vuole passione e bisogna amare la montagna, Miriam queste doti le ha scoperte fin da bambina. «La nostra vecchia malga – racconta – era del bisnonno, con lui però era stata chiusa e in seguito utilizzata solo per le vacanze estive e i fine settimana. Ci ho passato tante estati. Fin da piccola ho avuto passione per gli animali, davo anche una mano con le vacche a un vicino e a sedici anni ho fatto un periodo a malga Domion». Iscritta all’istituto agrario, durante uno stage Erasmus in una stalla in Irlanda assieme a un’amica, Miriam ha deciso di ridare vita alla malga di famiglia: così due anni fa, terminata la scuola, ha preso in affitto due vacche e ha iniziato l’avventura. «Dopo il primo anno, la mia amica ha scelto un’altra strada – ammette – io invece ho acquistato tre vacche di razza bruna. Ora mi dà una mano mia sorella Elisabetta, che ha appena 18 anni. Lei sta studiando relazioni internazionali e marketing: così mi aiuta anche con la parte amministrativa. E poi, anche in malga, serve chi sappia le lingue, qui arrivano molti turisti». Miriam, in questo periodo, si divide tra lo studio in un Its agroalimentare, la gestione delle vacche e fare il formaggio. Se d’estate vive in malga per l’alpeggio, infatti, in autunno scende in pianura dove ha preso in affitto un ex agriturismo in via Cal Dritta, poco fuori Valdobbiadene, dove effettua la vendita di formaggi – rigorosamente senza aggiunta di fermenti e con latte non pastorizzato. D’estate, in malga, i calderoni sono alimentati a legna, d’inverno si concede l’uso del gas. «Il formaggio deve sapere di latte vero», spiega. Nel suo punto vendita si trovano anche salumi di maiali allevati in malga. Tra i mille problemi che affliggono chi inizia un’attività come questa, ci sono anche cose belle e uniche, tipo fare nascere un vitellino: «Non posso dimenticare il primo parto, in malga, da sola: non è un’esperienza facile, a vent’anni», racconta. E i colleghi “storici”? «Prima ci guardavano strano, ora hanno capito che facciamo sul serio. L’anno scorso abbiamo fatto una cena tra malgari: direi che ci siamo integrate».
