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L’agriturismo veneto cresce e si rinnova
I decreti attuativi della nuova legge regionale in materia promettono di dare ulteriore spinta a tutto il settore
I decreti attuativi della nuova legge regionale in materia promettono di dare ulteriore spinta a tutto il settore
Nel 2023 i turisti che hanno scelto l’agriturismo veneto per le vacanze sono stati quasi 400 mila, in crescita rispetto all’anno record – il 2019 – e per oltre la metà stranieri. Dopo il Covid i dati mostrano una continua crescita del settore, e la recente pubblicazione degli attesi decreti attuativi della rinnovata legge regionale in tema di agriturismo, la 23/2022 che modificava la 28/2012, promette di dare ulteriore spinta al settore. Secondo la legge, l’agriturismo è l’attività di ospitalità e di somministrazione, esercitata da imprenditori agricoli, singoli o associati, «connessa e non prevalente» rispetto a quella principale di coltivazione, selvicoltura e allevamento di animali. L’offerta autorizzata dalla normativa è ampia e va dalla ristorazione all’alloggio in camere e appartamenti fino anche agli agricampeggi. A capire le dimensioni del settore aiutano alcuni dati: nel 2023 nel Veneto, secondo le cifre fornite dalla stessa Regione, gli agriturismi sono 1.641 per un totale di circa 17.800 posti letto. Sempre nel 2023, le nuove aziende agrituristiche aperte sono state 34. Sono ben 212 invece gli agriturismi nella provincia di Padova, per buona parte concentrati nell’area del Parco dei Colli Euganei (85), ma presenti in tutta la provincia, compresi alcuni anche nell’area urbana. Si sommano e in parte si sovrappongono a 81 fattorie didattiche, per le quali nello scorso mese di settembre è stato approvato il relativo elenco regionale. Secondo i dati diffusi dalle organizzazioni agricole, il giro d’affari del settore nel Padovano avrebbe superato, nel 2023, i 15 milioni di euro. Le nuove circolari che disciplinano l’attività, raccolte in una Deliberazione della giunta regionale (Dgr), sono state pubblicate il 2 gennaio. Molte sono le modifiche rispetto alla normativa precedente, tra cui una parte burocratica particolarmente apprezzata: la modalità di presentazione dei piani agrituristici semplificata grazie alla possibilità di inviare la documentazione tramite Scia-Segnalazione certificata di inizio attività al Suap-Sportello unico per le attività produttive comunale. I punti più importanti della nuova normativa sono riassumibili nel massimale, riguardo all’ospitalità, innalzato da 30 a 45 persone pernottanti in alloggio o all’aperto (agricampeggio), mentre rimane di 60 se l’azienda contempla entrambe le tipologie. Sono numeri che vanno tuttavia definiti da un piano agrituristico aziendale, vero punto cardine della normativa agrituristica. Sono ora consentiti in via ufficiale l’asporto e il servizio a domicilio, sperimentati durante la pandemia, non sarà invece possibile fare catering o banqueting, ma è ammessa la somministrazione di pasti e bevande nelle manifestazione fieristiche o di particolare pregio agli agriturismi già autorizzati per tale attività.