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“Cammini aperti” il 13 e il 14 aprile. A passo… molto lento
“Cammini aperti” è un evento nazionale che il 13 e 14 aprile propone itinerari in tutte le Regioni italiane. In Veneto percorsi dedicati a Monselice e Conegliano
“Cammini aperti” è un evento nazionale che il 13 e 14 aprile propone itinerari in tutte le Regioni italiane. In Veneto percorsi dedicati a Monselice e Conegliano
La primavera ci richiama il desiderio di stare il più possibile all’aria aperta, magari immergendoci nella bellezza della natura che ci circonda o visitando uno dei tantissimi luoghi che l’Italia offre – anche tra quelli meno noti della nostra Penisola – con il suo patrimonio storico, culturale, spirituale ed enogastronomico. Perché dunque non vivere quest’esperienza a piedi, potendola gustare ancora di più? L’occasione per farlo è “Cammini aperti”, un evento nazionale che si tiene il 13 e 14 aprile, e che coinvolgerà tutte le Regioni italiane e le Province autonome, per un totale di 42 itinerari previsti, due per ogni Regione. “Cammini aperti” – ideato dalla regione Umbria – si sviluppa all’interno dell’iniziativa “Scopri l’Italia che non sapevi-Viaggio italiano”, progetto congiunto di promozione turistica, che fa parte del Piano di promozione nazionale 2022 del ministero del Turismo, in collaborazione con l’Agenzia nazionale del turismo (Enit). In Veneto sono proposti due itinerari: sabato 13 aprile sul Cammino delle colline del prosecco di Conegliano e Valdobbiadene; il 14 a Monselice. Il primo giorno sarà un’immersione nelle bellezze naturali, storiche e artistiche dell’area prealpina trevigiana, con i suoi ripidi pendii, campi, boschi, vigneti, vallate e creste. Un viaggio da vivere con una passeggiata di 5,6 chilometri all’interno di uno scenario unico, dove l’opera dei viticoltori ha contribuito a creare un paesaggio dichiarato Patrimonio dell’umanità nel 2019. Si partirà dal centro storico di Col San Martino, una frazione del Comune di Farra di Soligo, in provincia di Treviso, per incontrare, tra le altre, la chiesa di San Vigilio edificata nel decimo secolo e le torri di Credazzo, un complesso fortificato medievale risalente al nono-decimo secolo. L’itinerario si concluderà nel punto di partenza. A Monselice ci sarà invece una passeggiata ad anello di quattro chilometri, toccando i luoghi più iconici della città. Si vedranno il castello di Monselice, villa Nani Mocenigo, la pieve di Santa Giustina, la rotonda del Belvedere, il santuario giubilare delle Sette chiese e l’oratorio di San Giorgio dove verrà consegnato, a chi lo desidera, l’attestato del pellegrino. Sempre a “passo lento”, si giungerà al santuario di San Giacomo e a villa Contarini per una splendida visione d’insieme sulla città dei cammini: così viene chiamata Monselice perché in questa terra convergono alcuni dei più importanti itinerari che attraversano l’Europa: dalla Romea strata alla Via romea germanica, dal Cammino di Sant’Antonio alla Via illirica-altinate del Cammino di Santiago. Due giorni scanditi dalla lentezza (intesa come “non frenesia”), dalla sostenibilità e dall’accessibilità. Saranno escursioni accessibili a tutti, gratuite, che vedranno la presenza di guide ambientali escursionistiche o accompagnatori di media montagna. Sono stati coinvolti per l’iniziativa, anche il Club alpino italiano (Cai) e la Federazione italiana superamento handicap (Fish). Entrambe queste realtà si sono prefissate per quel weekend, di consentire a persone con difficoltà motorie di poter partecipare alle uscite. Il Cai ha lavorato selezionando 21 cammini, uno per ogni Regione, identificando un tratto di lunghezza variabile, accessibile per persone con difficoltà motoria soprattutto mediante l’impiego di joilette (carrozzina fuoristrada monoruota). Su tutti i 42 cammini il Cai fornirà inoltre informazioni distribuendo un vademecum per incentivare la pratica responsabile dell’outdoor. La Fish collaborerà impegnandosi per garantire l’accessibilità a questi percorsi. Per partecipare all’iniziativa è necessaria l’iscrizione su cammini ditalia.org/cammini-aperti
Il prossimo 12 aprile alle 20.30 nella Basilica di Monte Berico (Vi), il coro Amici Alpini (nato dalla fusione di due cori alpini, Lumignano e Montegalda, nel Basso Vicentino) presenta la prima “messa alpina”, mai scritta prima d’ora. Tra gli innumerevoli canti, musiche e poesie delle penne nere, mancava infatti una messa integrale, scritta, diretta e cantata da soli alpini. Artefici di questa operazione musicale, due maestri della composizione vicentina: Vittorio Rigoni, figlio d’arte, che ha ereditato la direzione corale dal padre Andrea, e Mario Berno, 91 anni, per la parte “liturgica”, entrambi di Lumignano, con all’attivo un centinaio di canti alpini nel repertorio dei cori nazionali. (A. G.)