Mosaico
Le vetrate di Sant’Anna, installate in tempo per la festa del 26 luglio
Disegnate da Debora Antonello e ispirate alla Laudato si’, sono state installate in tempo per la festa del 26 luglio
MosaicoDisegnate da Debora Antonello e ispirate alla Laudato si’, sono state installate in tempo per la festa del 26 luglio
È stata installata, in tempo per la festa della patrona del prossimo 26 luglio, anche l’ultima delle tre vetrate artistiche nella facciata della chiesa di Sant’Anna, a Piove di Sacco: quella centrale a forma di croce. A realizzarne il progetto è stata la stessa artista, Debora Antonello, che già era stata chiamata a eseguire il dipinto nell’abside, al di sotto del grande Crocifisso di Giovanni Mezzalira. La nuova opera, fisicamente realizzata dall’azienda Gibo srls vetrate artistiche di San Giovanni Lupatoto (Vr), ne è quindi una sorta di complemento, stilistico e iconografico. «La nostra è una chiesa recente – racconta il parroco, don Giorgio De Checchi – fu ultimata nel 2000. Era stata arricchita dal crocifisso di Mezzalira, opera di un autore noto che aveva creato il desiderio che ne fosse maggiormente valorizzato il contesto. L’idea era che lo spazio del presbiterio potesse mettere più in risalto la dimensione cosmica, ovvero Cristo al centro di ogni cosa, luce che dà senso al creato. Il pannello della Antonello ha questo significato: e in effetti, chi entra in chiesa sente di essere parte di qualcosa di più alto». Questo è stato il punto di partenza, poi è toccato alle vetrate: quelle originarie erano state installate già sapendo che sarebbero state sostituite da altre a mosaico o a vetri colorati. La facciata, in particolare vista dal lato interno, risultava impoverita dal punto di vista visivo, soprattutto dalla parte delle vetrate laterali, mentre era più scenografica quella centrale a forma di croce. «In più di qualcuno – continua il parroco – era sorto il desiderio di rendere ulteriormente prezioso il contesto in cui si celebra. Si è voluto continuare con lo stesso tipo di sguardo che pone attenzione alla centralità del Cristo, visto come Redentore non solo dell’aspetto antropologico, tante volte evidenziato, ma di tutto il creato, dando spazio alla spiritualità ecologica più volte ripresa da papa Francesco». Le vetrate quindi, benché in arte astratta, richiamano il tempo che l’uomo oggi vive, la necessità di avere uno sguardo differente, non solo ricco di fede ma capace di guardare dentro la realtà e vederla come un dono, da rispettare e da vivere in maniera più libera e liberante. «Entrando si incontra Cristo, uscendo si incontra il mondo, che ha necessità di essere trasfigurato dall’incontro con Cristo», conclude don De Checchi.
La titolazione della parrocchia di Sant’Anna di Piove di Sacco prende il nome da quello della chiesetta settecentesca esistente in zona. La chiesa, progettata dall’architetto Alberto Ruffatto, fu eretta nel 1996. Oltre alle opere di Mezzalira e della Antonello, conta un pregevole altare in marmo bianco scolpito nel 2000.

La ricerca artistica come scelta di vita e allo stesso tempo come un percorso di ricerca spirituale. Debora Antonello, l’artista cittadellese che ha realizzato il dipinto dell’abside e disegnato le vetrate della facciata della chiesa di Sant’Anna, a Piove di Sacco, ci tiene a sottolineare il senso del lavoro che porta avanti. Lo testimonia anche la scelta di trasferirsi in Toscana, dove attualmente ha il suo studio all’interno di una chiesa. «A Sant’Anna – racconta la Antonello – ho fatto prima un grande dipinto ad acrilico e tecniche miste per l’abside, dietro al crocifisso di Giovanni Mezzalira realizzato in uno stile che ricalca quello bizantino. L’idea era un percorso sul tema della croce: richiama il deserto, la salita al Calvario. La parrocchia ha ritenuto poi di assegnare a me anche il disegno delle vetrate della facciata». Antonello in questo caso ha disegnato il Cristo sotto forma di un’immagine stilizzata, e non nella sofferenza ma nella gioia, nella resurrezione, simbolizzate da sole e luce. «Mi sono ispirata alla natura, alla creazione, riprendendo l’enciclica Laudato si’, e volevo che le vetrate fossero davvero un inno alla vita, piene di colori, vivaci. Per me questa è stata un’esperienza artistica nuova, perché ho fatto solo il disegno, non la realizzazione delle vetrate. Lavorare con il vetro è diverso, certe sfumature ad esempio si riesce a darle e altre no, ma posso dirmi soddisfatta del risultato». D’altra parte l’opera di Mezzalira rappresenta al centro il Cristo crocifisso del genere triumphans, cioè vivo.