MosaicoNell’oratorio di Santa Croce a Cervarese fino al 15 settembre l’esposizione di Piero Perin, scultore dal forte impegno etico. Una cinquantina i lavori fra dipinti, sculture e medaglie
Benché presente sul territorio con alcune opere significative come il Cristo crocifisso e il busto di don Angelo Berto nella parrocchiale, il monumento alle vittime della violenza a Fossona e il pannello bronzeo nella palestra della media di Montemerlo, correva il rischio di sbiadirsi a Cervarese Santa Croce, specie nelle giovani generazioni, la memoria dello scultore Piero Perin, nato qui, nel palazzetto di famiglia del 17° secolo, giusto un secolo fa. Viene quindi opportuna l’iniziativa tenacemente voluta da Gianni Degan e Alberto Espen, fedeli custodi della memoria storico-artistica, non solo locale, di allestire una mostra dedicata a uno dei protagonisti dell’arte padovana della seconda parte del Novecento, nell’oratorio della Santa Croce, aperta fino al 15 settembre. L’esposizione, intitolata “Tra mito e modernità” raccoglie una cinquantina di lavori tra dipinti, sculture e medaglie dell’artista e insegnante, ordinate e commentate dalla storica dell’arte Elisabetta Vanzelli, particolarmente esperta del periodo espressivo che va dagli anni Cinquanta in poi. Il percorso da lei delineato ricorda anzitutto l’impegno etico personale espresso in una “fisicità dolente, di eco quasi espressionista” che accomuna la poetica delle prime opere di Perin a quella di molti artisti del secondo dopoguerra, coinvolti nel risveglio morale delle coscienze al fine di evitare gli errori-orrori bellici. Una testimonianza alimentata dal ricordo della terribile prigionia patita nel campo di concentramento di Burovnica. L’impegno etico di Perin non si va attenuando quando la sua ispirazione lo porterà, sulla scia del magistero di Arturo Martini e Alberto Viani, a una “metafisica delle forme” definite da “linee curve ritmate che allungano morbidamente l’anatomia dei corpi” prevalentemente femminili. Per poi intraprendere un lento recupero dell’immagine, in linee che non rinunciano al loro valore espressivo pur lasciando riemergere i dettagli della figura umana. L’agile catalogo oltre alla lettura critica di Vanzelli offre: un ritratto biografico artistico “senza tempo” dell’uomo-artista Perin scritto da Gianni Degan; un ricordo affettuoso e intimo del padre, colto nella sua quotidianità creativa, dettato dalla figlia Lida Perin, grazie alla disponibilità della quale è stato possibile allestire la mostra; un medaglione di Alberto Espen sull’opera che Perin ha dedicato a una gloria locale recentemente recuperata, la Masenella garibaldina; l’elenco delle mostre e delle opere pubbliche dell’artista. La mostra di Cervarese può essere visitata con guida venerdì 6 e 13 settembre alle ore 21. A ulteriore ricordo di Piero Perin il comune di Cervarese ha deciso di dedicargli il tratto di lungargine adiacente alla casa natale, in cui amava passeggiare.
