Mosaico
Catia Bolzonella. Le donne sanno mutare un’azienda
Catia Bolzonella Le donne in agricoltura oggi non mancano, quello che ancora latita è la loro presenza nei ruoli dirigenziali
Catia Bolzonella Le donne in agricoltura oggi non mancano, quello che ancora latita è la loro presenza nei ruoli dirigenziali
La prima cosa da fare? Contarsi. Lo spiega Catia Bolzonella, neoeletta vicepresidente di Confagricoltura Donne Veneto. «Stiamo cercando di capire in quante siamo – rivela – e anche se sappiamo che non sono molte le titolari di azienda agricola, vi sono tuttavia tantissime donne che ne sono socie o vi hanno ruoli dirigenziali importanti». Bolzonella lo è, una titolare: gestisce un’azienda vitivinicola a Selvazzano Dentro, Ca’ della Vigna, situata ai piedi della collinetta e della storica villa della Montecchia, a pochi chilometri dai colli Euganei. Con la sua cantina, ha già avviato un progetto di valorizzazione del territorio, nato proprio da un bando sull’imprenditoria femminile, che unisce le bellezze artistiche e culturali a quelle enologiche padovane: “Fior d’Arancio Colli Euganei Docg e Padova Urbs Picta al femminile. Storie di donne, arte e vino”. Si tratta di percorsi di visita guidata a siti Unesco nei quali ricercare l’importanza delle figure femminili, committenti o personaggi ritratti, ai quali viene abbinata la degustazione delle tre tipologie del Fior d’Arancio (spumante, secco e passito) di una delle sei cantine padovane che per ora aderiscono al progetto. «Le donne ci sono, in agricoltura – racconta Bolzonella – e anche dotate di capacità. Quello che manca è il loro posizionamento: a essere poche sono le figure dirigenziali. Credo che sia arrivato il momento giusto per cambiare questo stato di cose; sono tutti d’accordo, le donne ma anche gli uomini. Le donne in azienda portano innovazione, non hanno paura del cambiamento anche se sono capaci di rimanere attente alla tradizione. Inoltre, sanno concretizzare. Se hanno la consapevolezza di poter fare qualcosa, riescono a prendere in mano la situazione e, se lo fanno con un’azienda, la mutano». Il perché ci sia ancora poco spazio nel settore agricolo per le donne nelle figure apicali, potrebbe avere molte risposte. Quello che è certo è che fanno fatica a emergere. «È brutto dirlo, ma spesso le donne trovano spazio solo quando in un’azienda manca la figura maschile, anche in caso di successione. Forse tra i giovani si sente meno questo problema. Per questo credo che di un’associazione di imprenditrici agricole ci sia bisogno, per prendere consapevolezza delle nostre potenzialità. E serve anche un maggiore aiuto a livello sociale». Il senso dell’esistenza di un gruppo femminile non serve solo a contarsi, ma anche a prendere esempio. «Il bello di incontrarsi è che ci si conosce, ci si scambiano informazioni, si presentano le proprie attività. Si inizia a collaborare. Come Confagricoltura Donna ora abbiamo bisogno di sapere dalle donne stesse quello di cui hanno bisogno, per capire le priorità su cui lavorare e raccogliere le idee. Ma per prima cosa dovevamo contarci, creare un elenco. Partirà una newsletter, ci sono i bandi sui fondi per l’imprenditoria femminile da promuovere. L’importante è sicuramente partire dalla sensibilizzazione e dalla formazione». I progetti in ballo sono tanti, ma una prima iniziativa c’è già e si terrà sabato 23 novembre: l’adesione alla campagna di Confagricoltura Donne nazionale e Soroptimist, in occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne. A Padova, nel gazebo che verrà allestito in Prato della Valle, si potranno infatti acquistare le clementine antiviolenza donate dalle socie: il frutto è stato scelto in memoria di Fabiana Luzzi, giovane studentessa di Corigliano Calabro, uccisa dal suo ex-fidanzato in un agrumeto della piana di Sibari.
La Regione Veneto ha avviato varie iniziative rivolte alle imprese gestite da donne: contributi per start-up e imprese al femminile, microcredito, formazione. Info cercando la voce Imprenditoria femminile nel sito internet regionale