Mosaico
A novembre torna il mercato dei vignaioli indipendenti
Puntuale dal 2011, a parte lo stop nel 2020 per pandemia, torna a novembre il Mercato dei vignaioli indipendenti.
Puntuale dal 2011, a parte lo stop nel 2020 per pandemia, torna a novembre il Mercato dei vignaioli indipendenti.
Come lo scorso anno, la sede prescelta per la 13a edizione che si tiene dal 23 al 25 novembre è la Fiera di Bologna, dopo che per undici edizioni la manifestazione si era svolta a Piacenza. Si tratta di una “mostra-mercato”, alla quale partecipano varie cantine padovane, molto sentita da produttori e appassionati. Ma che cos’ha di diverso il mercato della Fivi – la Federazione italiana vignaioli indipendenti nata nel 2008 per tutelare le circa 1.800 cantine oggi aderenti – da tutte le altre numerose manifestazioni del comparto vitivinicolo? «In primo luogo – racconta Silvia Gardina di Quota 101, azienda che ha sede a Torreglia, sui Colli Euganei, delegata Fivi per le province di Padova e Vicenza – è l’associazione a essere diversa dalle altre: è l’unica che si preoccupa degli interessi dei produttori di dimensioni medio piccole. Tra di noi ci sono in realtà anche grandi cantine, ma devono rispettare alcuni requisiti come il controllo di tutta la filiera, il possesso della vigna e degli strumenti per coltivarla, della cantina per vinificare il proprio vino e poi commercializzarlo. Sono caratteristiche che appartengono di più alle cantine medio piccole». Le grandi associazioni di categoria non sempre mettono al primo posto gli interessi dei piccoli produttori: ecco che la Fivi, pur non essendolo formalmente, riveste il ruolo di una sorta di sindacato però per portare avanti le istanze dei vignaioli cosiddetti “indipendenti”. «Il mercato dei vini di novembre è invece il modo che Fivi ha trovato per presentarsi al pubblico: non una fiera ma un vero mercato diretto rivolto al consumatore finale, dove le cantine si possono presentare e raccontarsi. La cosa bella per noi è che ci si diverte, e che entriamo in contatto con i colleghi da tutta Italia: la vendita di qualche bottiglia in più passa in secondo piano. Quello che ci piace è il clima di festa che si crea e la voglia di incontro e di scambio: qualcosa che si trasmette anche al pubblico».
L’approdo a Bologna, nel 2023, non ha solo voluto dire maggiore centralità della fiera, ma anche maggiori spazi. Ne risente il clima “intimo” dei primi anni, quando non era raro trovare vignaioli a cena per i locali di Piacenza: però è stato ripristinato l’appuntamento “fuorifiera” tra tutti i produttori, la prima sera, e il lunedì mattina c’è l’Assemblea sociale. «Io partecipo al mercato dal 2015 – racconta anche Martino Benato di Vigne al Colle, a Rovolon – e posso dire di averlo visto nascere. Parteciparvi è motivo per incontrarsi con gli altri produttori, confrontarsi, assaggiare cose diverse. Noi vignaioli siamo i primi a essere curiosi! Il segreto del successo del mercato? Che qui hai il vero produttore dietro il banco, che ti racconta la storia sua, della sua vigna e dei suoi vini, e dopo averli assaggiati li puoi acquistare. Puoi noleggiare all’entrata un carrello, girare qui a là e scegliere le bottiglie da portarti a casa. All’estero è una cosa abituale». I vignaioli Fivi non devono rispettare rigidi disciplinari di produzione, ma si impegnano a non acquistare uve di altri se non per stretta necessità, e a limitare l’uso di prodotti chimici in cantina e in vigna. In Fiera a Bologna se ne possono incontrare oltre un migliaio, assieme a 32 olivicoltori indipendenti aderenti alla Fioi, dal 23 al 25 novembre (info sul sito: mercatodeivini.it).
Al Contadin e Vigne al Colle di Rovolon, Ca’ Lustra e Monte Brecale di Cinto Euganeo, Corte Zecchina di Piove di Sacco, Il Mottolo di Baone, Quota 101 di Torreglia, Monteversa, San Nazario e Vigna Roda di Vo’ Euganeo. Di proprietà padovana sono X Prese di Cona, Punto Zero di Lonigo e Massimago di Mezzane di Sotto