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Il presidente della Città della Speranza Giovanni Paolino. Due nuovi progetti: la seconda Torre e la cell factory
«La nostra ambizione? Estinguerci, assieme alle malattie contro le quali lottiamo dal 1994»
Mosaico«La nostra ambizione? Estinguerci, assieme alle malattie contro le quali lottiamo dal 1994»
«Il nostro vero sogno è diventare inutili». Proprio così: per una Fondazione che fa della cura di bambini gravemente malati il proprio scopo, il vero successo sarebbe l’estinzione. «Se riuscissimo a vincere tutti i tipi di leucemia – sottolinea Giovanni Paolino, da gennaio 2024 presidente della Città della Speranza – allora potremmo serenamente sparire oppure dedicarci ad altro. Oggi ci troviamo a celebrare trent’anni vissuti nel segno di un dolore che si è trasformato in un progetto, certamente complesso da realizzare, ma evidentemente concretizzatosi». Paolino, che ha conosciuto la Fondazione da manager di una nota azienda di surgelati ed è arrivato alla presidenza partendo da semplice simpatizzante sottolinea lo spirito iniziale con cui Franco Masello è partito: «Trent’anni sembrano pochi – riprende – eppure allora il reparto di Padova versava in condizioni non idonee. Un imprenditore, anziché lamentarsi o limitarsi a indicare il problema, si è fatto carico di provare a cambiare le cose per davvero». L’Istituto di ricerca pediatrica, da tutti conosciuto come la Torre della ricerca, è emanazione diretta della Fondazione e oggi processa tutti i campioni di leucemie pediatriche degli ospedali italiani e non solo, ospita 220 ricercatori universitari più quelli afferenti all’Irp. Ma gli spazi non bastano: «Il progetto della seconda torre non ci spaventa, anche se si realizzerà sul medio termine in quanto finanziato totalmente da donazioni. La ricerca ha bisogno di spazio, più ricercatori accogliamo e più abbrevieremo i tempi necessari per arrivare a una cura. Ancora oggi abbiamo leucemie da cui si guarisce nel 90 per cento dei casi e altre in cui solo una persona su cinque sopravvive. Molto più veloci saranno invece i tempi per vedere in azione la nostra cell factory, un progetto da due milioni di euro che ci permetterà già nel corso del 2025 di produrre medicinali direttamente all’interno della Torre per arrivare il prima possibile al capezzale dei nostri piccoli pazienti con cure innovative e allo stesso tempo affidabili».