Nicaragua: Chiesa sotto attacco. La sua colpa? Non tacere la gravità della situazione politica e sanitaria

I cittadini del Nicaragua vivono una situazione sempre più difficile, un incubo dal quale pare sempre più difficile trovare una via d’uscita. Prigionieri di un Governo che ha eliminato le libertà fondamentali. Che continua ad alimentare ostilità verso la Chiesa e non impedisce, anzi perlopiù favorisce, attacchi che il card. Leopoldo Brenes, arcivescovo di Managua, ha definito di “natura terroristica”, come quello perpetrato venerdì 31 luglio alla cappella del Sangue di Cristo, nella cattedrale della capitale. Un gesto molto preoccupante, che si aggiunge ad altri due attacchi subiti nell’ultimo mese da luoghi sacri, precisamente dalle cappelle della Veracruz e del Nindirí. In queste settimane, agli occhi del regime, la Chiesa nicaraguense ha una “colpa in più”, oltre a quella di difendere, da anni, le libertà e i diritti umani e di denunciare le continue violazioni di tali diritti. La “colpa” è, appunto, quella di non tacere la gravità della situazione sul Covid-19