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Coronavirus. Agenas, un veneto su cinque non intende farsi vaccinare
Il caso dei 27 milioni di dosi offerte alla Regione da presunti “intermediari”
FattiIl caso dei 27 milioni di dosi offerte alla Regione da presunti “intermediari”
Tamponi, monitoraggio, vaccini: è questa la sequenza aurea per uscire dal dramma innescato dal Covid-19. Ci stiamo avvicinando a una nuova fase difficile della pandemia: il virus muta e le varianti costringono a misure più serrate mentre sempre più alta sta diventando l’insofferenza di molti per il rispetto delle regole. L’unica via per uscire da questo loop è il vaccino, ma la situazione odierna ricorda – per non dire ricalca – quella vissuta un anno fa con la carenza di mascherine.
Così la Regione Veneto di fronte ai ritardi delle case farmaceutiche, con una fuga in avanti, ha deciso di muoversi autonomamente anche perché una ventina di offerte sono arrivate sul tavolo del presidente e allora si gira lo sguardo anche sul mercato parallelo che pare poter offrire 27 milioni di dosi. Ma da dove arrivano questi vaccini? Chi sono gli intermediari? Interrogativi che hanno fatto muovere la procura di Perugia e trasformato in un nulla di fatto il tentativo del Veneto. Sulla questione è intervenuta anche la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, raccomandando attenzione perché è difficile avere garanzie sulla qualità e l’integrità dei vaccini promessi dai broker.
Nel giugno scorso la strategia indicata dall’Unione europea per garantire il prima possibile l’accesso ai vaccini era articolata così: alla Commissione Ue la responsabilità del negoziato con le imprese farmaceutiche, agli Stati la pianificazione sanitaria per l’utilizzo e la somministrazione dei vaccini. Bruxelles ha negoziato l’acquisto di 2,3 miliardi di dosi, per un importo stimato di 21 miliardi di euro e gli stati si sono reciprocamente impegnati a non avviare trattative dirette con le imprese farmaceutiche. I contratti Ue-case farmaceutiche sono stati stipulati con solide basi di segretezza e riservatezza per i molti dati considerati sensibili dalle industrie.
I vaccini autorizzati dall’Agenzia europea del farmaco (Ema) sinora sono tre: Pfizer/BioNtech, Moderna e AstraZeneca, che dovrebbero fornire dosi sufficienti per la copertura totale della popolazione dell’Unione.
Il fatto che le aziende farmaceutiche di volta in volta consegnino meno vaccini di quanto promesso crea forti difficoltà e aumenta l’ansia nella popolazione: entro la fine di marzo in Italia dovremmo arrivare a 13 milioni di dosi ma ne erano state previste 28.
A fine febbraio le Regioni avevano ricevuto 5.830.660 dosi circa: ne sono state somministrate 4.258.271 (dati Agenas) e 1.396.211 persone hanno ricevuto le due dosi. In Veneto sono state somministrate 334 mila delle 486 mila ricevute.
In termini assoluti l’Italia è terza in Europa per inoculazioni dopo Germania e Francia, ma in rapporto alla popolazione siamo solo 16esimi. Per le seconde dosi, sempre in numeri assoluti siamo secondi dopo la Germania, con oltre 1,3 milioni di somministrazioni, ma in percentuale siamo solo 11esimi.
Una recentissima indagine condotta da Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali e dall’Istituto di management della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa che ha coinvolto 12.322 residenti di tutte le Regioni e Province autonome sulle attitudini della popolazione italiana nei confronti del vaccino e della vaccinazione contro il Covid-19, rileva che «abbiamo ancora il 17 per cento di persone che non intendono vaccinarsi e un ulteriore 17 per cento di indecisi. Comunicazione efficace, logistica adeguata, efficienza e professionalità nel processo di erogazione sono le parole chiave per il successo della campagna vaccinale» ha dichiarato ha dichiarato la rettrice Sabina Nuti. Dall’indagine emerge che il 20 per cento dei veneti non intende vaccinarsi.
A metà febbraio la Commissione Ue ha annunciato un secondo contratto per 300 milioni di dosi con Moderna e uno con Pfizer-BioNTech per altri 200 milioni più un’opzione per altri 100. Ci sono inoltre accordi già conclusi con altri produttori: Sanofi-GSK, Janssen Pharmaceutica NV del gruppo Johnson & Johnson e Curevac i cui vaccini saranno disponibile solo quando autorizzati dall’ Ema.
Intanto AstraZeneca dice che le consegne previste nel secondo trimestre saranno dimezzate: 12 milioni di dosi anziché i 24 e anche questo elemento spinge la Ue a minacciare sanzioni nei confronti delle case farmaceutiche inadempienti, e il Governo italiano ad accelerare sulla necessità di aumentare la produzione coinvolgendo anche l’industria farmaceutica di casa nostra: nell’elenco delle aziende disponibili si trova anche la Fidia di Abano Terme.