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Il progetto lanciato da Etifor. Un Medio Brenta con più identità
Il progetto lanciato da Etifor ha coinvolto istituzioni, aziende e cittadini riuscendo a catalizzare 3 milioni di euro per il territorio tra Bassano e Padova
FattiIl progetto lanciato da Etifor ha coinvolto istituzioni, aziende e cittadini riuscendo a catalizzare 3 milioni di euro per il territorio tra Bassano e Padova
Se il tuo territorio ti sta a cuore, averne cura diventa un imperativo. È successo sul fiume Brenta grazie a un progetto partito da una raccolta fondi lanciata nel 2017 da Etifor, spin off dell’Università di Padova, per dar corpo a un’idea di parco con l’obiettivo di migliorare e valorizzare il territorio del medio Brenta, da Bassano a Padova, raccolta che ha ottenuto una risposta molto positiva da cittadini e aziende. I fondi servivano per porre le basi per una progettazione e per candidarsi ai vari bandi pubblici e così è nato il progetto “Gruppo operativo Brenta 2020” e quindi il più corposo “Life Brenta 2030” realizzando un’ampia strategia di gestione sostenibile dell’area fluviale del medio Brenta per un totale di circa 3 milioni di euro investiti sul territorio.
«L’obiettivo è lavorare sulla sinergia per la gestione della risorsa idrica e dei componenti ambientali – spiega Giacomo Laghetto, project office di Etifor – Manca un ente gestore locale indicato dalla Regione e noi ci siamo inseriti perché vogliamo lavorare sulla governance del sito. Abbiamo ottenuto l’intervento del Consiglio di bacino Brenta e di Etra e insieme abbiamo coinvolto i Comuni per identificare e condividere un modello gestionale di governance e richiedere una delega di gestione alla Regione per fornire unità al territorio, ma anche una identità a questo sito che sta vivendo una sovrapposizione di vari usi e utilizzi spesso in contraddizione tra loro. Serviva mettere un po’ di ordine e di concerto con i Comuni è stato individuato nel Consiglio di bacino Brenta il soggetto gestore che riesce a collegare entrambe le necessità: la gestione dell’idrico con la gestione delle spazi naturalistici limitatamente per ora alle aree di salvaguardia. Insieme stiamo ponendo le basi perché ci sia un miglioramento nella gestione delle risorse». Il progetto Life Brenta 2030 ha l’obiettivo di aumentare la biodiversità dei territori del Brenta e rendere meno impattanti i servizi promuovendo una buona governance attraverso sinergie positive tra acqua potabile e conservazione della biodiversità perché questo territorio presenta diverse problematiche ambientali: un’elevata antropizzazione, l’uso ricreativo di argini e boschi, l’abbassamento della falda idrica sia per i prelievi che per i cambiamenti climatici, l’impatto dell’agricoltura che copre il 43 per cento del territorio. Un’area preziosa che deve essere salvaguardata: «Stiamo anche lavorando – precisa Laghetto – sull’attivazione di un meccanismo di finanziamento per supportare interventi di miglioramento ambientale, riqualificazione dell’habitat, per la conservazione della biodiversità e la tutela della risorsa idrica. E questo meccanismo lo stiamo attivando attraverso l’implementazione dei costi ambientali della risorsa nella tariffa idrica».
Seguendo il principio “chi inquina paga” «siamo il primo caso in Italia di applicazione di questo tipo di voce tariffaria e abbiamo quantificato quelli che sono gli impatti del sistema idrico integrato sull’ambiente e sono stati inseriti in via semi sperimentale nel piano d’ambito. Prima le voci di costo ambientali finivano sotto altri ambiti, perché non classificate come tali, adesso stiamo lavorando perché questo non accada. Inoltre, stiamo definendo degli scenari di intervento per riuscire a compensare l’impatto del sistema idrico integrato sull’ambiente e poi quantificare dal punto di vista economico. Questo è già avvenuto in via sperimentale ed è stata aggiunta questa voce di un milione di euro che avrà una rilevanza importante». Questo significa che ai fondi che arrivano dal programma Life dell’Unione europea si aggiunge il milione di euro che arrivano attraverso la bolletta idrica direttamente dai cittadini dei 15 Comuni dell’area e che saranno investiti per la cura dell’habitat fluviale perché un sistema deve garantire la propria prosperità: non si può solo depredarlo ma garantirlo.
Le azioni del progetto Life Brenta 2030 comprendono l’educazione ambientale con corsi nelle scuole organizzati da Etra, sensibilizzazione sul tema con giornate ecologiche proposte dai comuni rivieraschi, un servizio di raccolta rifiuti lungo il Brenta con un furgoncino elettrico dedicato, la riduzione dell’impatto dell’attività umana sul sito, la creazione e conservazione di aree umide che sono in via di scomparsa sia per il cambiamento climatico sia per lo sfruttamento idrico. In questi giorni nel territorio di Fontaniva si sta realizzando un bosco di pianura riforestando un’area agricola di 7 ettari con 8 mila piantine e il prossimo 2 aprile il Comune ha deciso di invitare i cittadini a concludere l’intervento e 700 piante saranno piantate tutti insieme.